Si lamenta per il pasto a bordo E la compagnia aerea lo assume

«Guarda qui, Richard. Ecco, te lo stai chiedendo anche tu: qual è l’antipasto, e quale il dessert?». Richard, cioè Branson, il boss della Virgin, ha guardato. Lettera e fotografie allegate. Tutto spedito da Oliver Beale, un passeggero reduce da un viaggio con la sua compagnia aerea fra Mumbai e Londra. Un volo disastroso a causa del cibo servito a bordo: così Beale ha deciso di scrivere al capo della Virgin Atlantic per lamentarsi. E l’ha fatto così bene da ammaliare Branson, che ora vuole assumerlo come selezionatore di pasti e bevande per i suoi voli.
La lettera di Beale è stata subito un successo: dopo esser stata spedita è finita sui giornali britannici, che l’hanno giudicata come la miglior produzione nel suo genere. Anche Branson ha apprezzato. E ha telefonato a Beale per scusarsi e ringraziarlo delle critiche «costruttive». Poi la proposta: un invito ufficiale in febbraio al centro del catering della compagnia aerea, come assaggiatore e consulente nella scelta dei cibi per i voli futuri. Beale temporeggia. Ha una carriera a Londra nel mondo della pubblicità, ha solo 29 anni, giura di non aver scritto a Branson per opportunismo. Non l’ha fatto apposta: è proprio che quel cibo non l’ha digerito, anzi, quando ha provato a distrarsi con la televisione, anche lì il volo della Virgin l’ha tradito, perché lo schermo era un insieme di righe. Altra foto allegata: «Lo vedi, Richard? Mi spiace, la qualità dell’immagine è pessima, è che è stato proprio complicato cercare di immortalare la faccia di Boris Johnson fra tutte quelle righe che attraversavano lo schermo». Si è divertito pure Branson, d’altronde Beale si dichiara un fan della compagnia, non è che abbia scritto per risentimento, ma qualcuno doveva pur accollarsi l’onere di dire la verità. «Alla fine del volo avrei pagato più di mille rupie per un biscottino, dopo il viaggio culinario all’inferno a cui mi avete sottoposto». E poi, fotografati, gli oggetti sulla «scena del crimine», come la definisce Beale, le prove del delitto gastronomico: un budino che sa di senape, un dolce contornato da piselli e pomodoro, lo yogurt che è «un incrocio fra il budino e la senape, Richard: che cos’era quella roba bianca nella ciotola?».
Beale è preciso, puntiglioso: descrive le pietanze in ogni dettaglio, calca anche un po’ la mano, sicuro di essere dalla parte della ragione. «Immagina di essere un Richard di 12 anni, è la mattina di Natale, sei lì col regalo più grosso da aprire». Ma non è quello che pensi, lo stereo che avevi messo in cima alla letterina a Babbo Natale: «È un criceto morto. Capisci come mi sono sentito?». È pignolo, rompiscatole, ma non pedante: «Indaghiamo sulla sua lamentela molto seriamente - hanno giurato alla Virgin -. Lo abbiamo invitato ad assaggiare i nostri cibi perché così potremo essere sicuri che, in futuro, incontreranno il suo gusto». Anzi Branson vuole assumerlo: uno così rompiscatole meglio tenerselo buono.

Un po’ come Kevin Mitnick, hacker passato dall’intrusione illegale nei sistemi informatici più protetti (in teoria) al ruolo di consulente per la sicurezza nelle aziende. O come Andy Hayler, recensore spietato di ristoranti stellati: mai fidarsi del giudizio degli altri, meglio andare a controllare. Ora, dal suo sito, è lui a criticare i critici: e il pubblico lo adora.

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