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«Si sospende la partita non ci si leva la divisa»

«Vergogna, vergogna, vergogna». Il presidente del Coni Gianni Petrucci non usa mezzi termini nel commentare gli eventi di Marassi. «Quanto successo a Genova rappresenta ancora una volta il lato peggiore del calcio italiano - sono le dure parole di Petrucci -. Sulla maglia non si tratta, è stato commesso un sacrilegio dello sport. Quello che le immagini tv hanno portato in diretta nelle case di milioni di italiani è un ulteriore segnale del degrado morale da cui il sistema calcio deve al più presto prendere le distanze, allontanando quanti concorrono a minarne la serenità. La maglia è il simbolo intangibile di una squadra e non può essere nè offesa nè vilipesa o, tantomeno, oggetto di trattative. Non è più tollerabile che il calcio possa essere infangato, colpito e avvelenato dagli incivili comportamenti di certi pseudo-tifosi che spadroneggiano negli stadi a dispetto di norme e leggi che andrebbero applicate con rigore e severità senza tolleranze di alcun genere».
La contestazione di un gruppo di ultras del Genoa, con la sospensione di Genoa-Siena per oltre 45 minuti, per il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete «è una violenza inaccettabile. Le norme e le immagini ci sono, ora mi auguro che non entrino mai più in uno stadio. È stato un grave errore togliersi la maglia, bene Sculli che non lo ha fatto.

Una partita si può sospendere, ma non si può dare partita vinta a chi usa la violenza».
«Mi chiedo perchè quegli ultrà sono rimasti dentro lo stadio, e i giocatori sono stati costretti ad uscire, qualcosa non va», l’amaro commento del presidente dell’Assocalciatori.

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