Si spezza un cavo al varo: cinque spettatori falciati

Il grave incidente a Santa Margherita Ragazza tedesca rischia la gamba

Si spezza un cavo al varo:  cinque spettatori falciati

Maria Vittoria Cascino

da S. Margherita Ligure

«Quel rumore dei verricelli che si spezzano, la barca che scende veloce. Troppo. Un uomo finisce a terra, il tempo di renderti conto di cosa stia succedendo e gli altri vicino a lui sono spariti. Li scopro sei-sette metri più in là, sbattuti sul cemento, sotto il Diano 24». Che doveva essere varato ieri mattina. Che Alessandro S. vede piantarsi in mare mentre il cavo d’acciaio salta fuori dalla puleggia e piomba su quanti sono lì per un rituale scaramantico. Vicini per rubare l’attimo. Troppo vicini per schivare il cavo impazzito che ferisce gravemente alle gambe una ragazza tedesca di 39 anni invitata all’evento, un maestro d’ascia quarantaseienne di Riva Trigoso, che lavora per il cantiere, e altri tre uomini. Tutto è pronto per il varo dello yacht di 24 metri di un industriale di Pescara, in questa Santa di fine estate. Gli ospiti sono un’ottantina. Sul posto dopo l’incidente corre un amico di Alessandro, laureando in medicina: «Ci ha riferito delle gravissime condizioni di qualcuno dei feriti, parlava di una gamba praticamente tranciata». Immediato l’intervento di Croce Verde e Croce Bianca, Vigili del Fuoco, Capitaneria di Porto e Carabinieri. Le sirene stridono in quel panorama da regata. Crescono d’intensità e fanno correre la gente col cuore stretto. Intorno alle 11 arriva da Genova il Drago 70 dei pompieri, cerca di atterrare sul molo, le porte sono già aperte, niente da fare, l’appoggio è instabile. Punta sul campo sportivo dove imbarca uno dei feriti per il San Martino di Genova, dove lo raggiungeranno altri tre. Tutti finiscono in sala operatoria. Il quinto viene portato all’ospedale di Lavagna. Le condizioni restano critiche per almeno quattro delle persone colpite dal cavo. Il cantiere viene sequestrato e tutta l’area transennata. Perché è successo? La Scientifica sta passando al setaccio il cantiere, il pm Margherita Ravera ha già fatto un sopralluogo. I carabinieri entrano ed escono, riusciamo a strappare una dichiarazione al nuovo comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Santa, Leonardo Deri: «È ancora tutto da accertare, ma crediamo si sia rotta la puleggia del sistema di varo». Poi ti spiega che il pm non s’è ancora pronunciata, mentre sulla dinamica ci stanno lavorando gli esperti, «ma la cosa grave è che quelle persone non dovevano stare lì. Quando s’è rotta la puleggia, il cavo s’è spostato e ha fatto effetto fionda, sbattendo su chi c’era a tiro, tra cui un operaio. Chi è responsabile della sicurezza dovrà rendere conto di questo. Poi se la puleggia era a posto o meno dovranno dircelo i tecnici». Deve rientrare in cantiere, lo stanno aspettando per le operazioni di messa in sicurezza «Deve scendere in mare a tutti costi». Viene varato alle 18.30. Un uomo sta raschiando lo scafo di una piccola barca a vela. Di fronte a lui lo yacht sospeso tra terra e mare.

Provi a chiedergli se ha visto. Sfrega lo scafo con violenza adesso, poi ti pianta gli occhi negli occhi : «Lo abbiamo sentito tutti quel tonfo sordo che c’è arrivato al cuore». Poi basta. E il silenzio diventa assordante.

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