«Si vince se la coalizione è unita»

«Il messaggio è chiaro per tutti. La Casa delle libertà gode di ottima salute. E il riavvicinamento del centrosinistra è soltanto nella fantasia di qualcuno». Riccardo De Corato, letto il sondaggio pubblicato dal Giornale, sembra tirare un sospiro di sollievo. Le impressioni sono impressioni, ma i numeri sono numeri. «Ma attenzione - ammonisce il vicesindaco -, il messaggio politico è chiarissimo. In questi mesi i partiti della coalizione devono trovare una sempre maggiore coesione. Guai a cercare la differenziazione a tutti i costi. Una tentazione che vedo rispuntare troppo spesso. Noi, e Berlusconi lo ha ripetuto, stiamo andando verso il partito unico. E Milano, che è sempre stato un laboratorio politico, ha il dovere di intraprende questa strada verso l’unità».
Agli elettori sembra piacere un candidato molto simile a Letizia Moratti. «Questa amministrazione ha cominciato un percorso di sinergia tra un sindaco che arriva dal privato e le forze politiche. Albertini era un imprenditore, ma ha saputo coniugare perfettamente il suo operato con i partiti che lo hanno appoggiato. E il risultato sono stati nove anni di governo senza incidenti di percorso. Le forze politiche che lo appoggiano sono le stesse del 1997».
Soddisfatta anche Tiziana Maiolo. «Giusto - commenta l’assessore - che la gente chieda un sindaco sganciato dai partiti. Anch’io, quando faccio l’amministratore, non sono vestita da militante, ma faccio l’interesse dei cittadini. Una caratteristica perfettamente incarnata da Letizia Moratti che, in più, è un manager di valore. Certo io nel sondaggio avrei anche chiesto se i milanesi vogliono un sindaco uomo o donna. Io penso che la prima donna sindaco della storia della città sia un fatto davvero rilevante. Non credo che il centrosinistra avrà questo coraggio. Cdl avanti? Bene, ma non facciamo l’errore di sederci pensando di aver già vinto».
Sulla Moratti sindaco torna anche Gabriele Albertini. «L’ipotesi che rifiuti la candidatura è molto remota. In questo momento sta riflettendo e la lascerei nello spazio di silenzio che giustamente si è riservato. Non farei quindi ipotesi alternative nel momento in cui non c’è ancora una risposta. Abbiamo comunque ragionevoli probabilità che questa sia positiva». E il primo cittadino non ha perso l’occasione per una battuta al vetriolo su Dario Fo, autocandidatosi per le eventuali primarie di centrosinistra per le comunali: «Dopo un amministratore di condominio, un premio Nobel è quel che ci vuole per Milano».
«I dati del sondaggio - commenta il vice coordinatore regionale di Fi Maurizio Bernardo - indicano un trend positivo su cui dobbiamo continuare a lavorare. E poi è confortante che i requisiti richiesti al prossimo candidato sindaco si addicano perfettamente al ministro Letizia Moratti. Una donna decisa, un manager di valore in grado di proseguire l’esperienza di Gabriele Albertini. Managerialità significa saper offrire risposte concrete. E, a Milano, bisogna essere in grado di mettere insieme il mondo produttivo ed esigenze come l’attenzione alle fasce deboli. Credo che Letizia Moratti questo lo saprà fare bene». Poi ci sono i problemi. L’inquinamento, il costo della vita, la viabilità, la sicurezza, l’immigrazione irregolare. Temi pesanti messi in fila da chi ha risposto al sondaggio. «Criticità tipiche delle grandi città. Problemi che si risolvono collaborando con altre istituzioni, come la Regione. Per questo gli elettori devono sapere che un’omogeneità politica, ovvero forze dello stesso colore al governo, può rappresentare un valore aggiunto».
«Bene i dati, ma non dimentichiamo che tanta gente alle primarie del centrosinistra significa che la gente ha voglia di partecipare». Va controcorrente Stefano Carugo, consigliere di Fi a Palazzo Marino.

«Primarie, altre forme di consultazioni popolari, mail, lettere. Non possiamo non far esprimere gli elettori. La nuova legge elettorale spersonalizza la scelta. Dobbiamo coinvolgere i milanesi prima del giorno del voto. Un grave errore i candidati calati dall’alto».

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