Presidente Francesco Bettoni, ha sentito cosha detto il ministro Di Pietro sulla BreBeMi? Dovrete fare tutto da soli, dallo Stato non arriverà neanche un euro.
«Questo è una gran cosa, perché tanto siamo abituati a sbrigarcela con le nostre forze. Dovè la novità?».
La novità è che la nuova direttissima Milano-Bergamo-Brescia non rientra più tra le priorità autostradali della Lombardia.
«È questo è davvero una delusione, soprattutto quando il ministro Di Pietro giustifica questa decisione con la realizzazione della quarta corsia sullautostrada A4. Da lunedì si metta al casello e lo vada a dire ai 250mila automobilisti che, ogni giorno, sono obbligati a transitare su quellarteria. Glielo dica lui che la BreBeMi non serve più».
Povero Di Pietro...
«Ma no, del resto ieri ci ha risolto un grande problema».
Quale?
«Ha detto che la Tangenziale est-esterna andrà realizzata, perché quella sì che è prioritaria, e questo permetterà finalmente a noi di BreBeMi di avere lingresso su Milano assicurato. Spero labbia sentito pure il presidente della Provincia Filippo Penati, che coltiva dubbi sia sul tracciato di Tem che su quello di BreBeMi. Adesso dovrà invece sbrigarsi a trovare il consenso sul suo territorio per la Tangenziale, che è stato Di Pietro a imporgli».
Ok, ma i soldi per fare la vostra autostrada ci sono per davvero?
«I soldi ce li abbiamo, così come abbiamo il consenso di tutte le Province interessate. Possiamo andare avanti».
E quei 600 milioni e rotti di extracosti? Ci sono pure quelli?
«Ci sono, ci sono. Le dirò di più: ad Anas noi abbiamo risolto qualsiasi tipo di problema proponendo laumento delle tariffe di pedaggio del 40%. In 19 anni e 6 mesi di concessione, ogni anno è garantito un introito pari a 26/27 milioni di euro. Cifra che consentirà di coprire tutti i costi eccedenti.
Ma se dovesse tirarsi indietro?
«Non succederà, in tal caso passerà tutto alla Regione e sarebbe meglio così. Ce lavessero detto prima, avremmo risparmiato sette anni».
Al Pirellone vorrebbero rivedere il tracciato.
«E perché mai? È quello originario!».
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