Torino. Torino doveva essere ieri luogo dove lanciare in un convegno le nuove sfide del volontariato della Protezione civile italiana, ma è diventata la città della riscossa dei «Bertolaso Boys», un luogo da cui fare arrivare con grande fermezza la propria solidarietà al grande capo sotto inchiesta e ribadire il proprio orgoglio di appartenenza a un organismo che è un modello per il mondo.
Un lungo applauso, insieme a qualche lacrima di commozione che scivolava via su visi che hanno visto il dolore più profondo in tutta la penisola, ha sancito la ribellione alle accuse contro Bertolaso. È accaduto allAuditorium del Lingotto alla presenza di oltre 2.000 volontari (tutti in giacca gialla e blu e pantaloni blu con le fasce fosforescenti) in rappresentanza di una «forza lavoro» che vede impegnato circa un milione di italiani e oltre 3.800 associazioni. Quando uno degli uomini più vicini a Bertolaso, Agostino Miozzo, responsabile delle relazioni internazionali del dipartimento, è intervenuto dicendo di aver incontrato la sera prima Bertolaso in dipartimento e di averlo trovato stanco, ma tranquillo, il pubblico è esploso in un caldo e lungo applauso. Come uno sfogo naturale. «Lo conosco dall82 - ha spiegato Miozzo - quando fu il mio capo in un intervento in Africa. Da allora abbiamo fatto mille battaglie insieme. Il nostro è un grande corpo, è una grande organizzazione che può anche incontrare momenti difficili come questo per poi superarli. Oggi come ieri sono orgoglioso di questa maglia che indosso», ha aggiunto. Ma non è stato lunico a difendere Bertolaso. Tra le file dei volontari, donne e uomini di ogni età, si respirava commozione. Forse anche un po di smarrimento, questo sì, ma soprattutto la voglia di andare avanti e uniti.
«Siamo orgogliosi di avere Guido come capo Basta infangarlo»
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