«Siamo ripagati per aver lasciato la professione»

Ma quale autoriduzione? Altri incassano molto di più

da Roma

Perché avete 14 vicepresidenti? Per accontentare i partiti di prima e seconda repubblica?
«No, è una carica onorifica per tutti i componenti del Direttivo, eletto ogni tre anni dai nostri 1.700 iscritti. Viviamo di volontariato, con il contributo degli iscritti», risponde Franco Coccia, presidente dell’Associazione degli ex parlamentari, a Montecitorio dal 1963 al 1980 col Pci.
Vi siete proposti come consulenti a costo zero. S’aspettava che il governo preferisse consulenze a peso d’oro?
«No, però la speranza è l’ultima a morire, e restiamo sempre in attesa di risposte. Anche il presidente della Camera, ha riconosciuto che la nostra è una risorsa».
Avete stangato Diego Novelli che proponeva l’autoriduzione e Enrico Letta che chiede l’abolizione del vitalizio.
«Perché dovrebbero farsi l’autoriduzione solo gli ex parlamentari, quando altre platee hanno redditi superiori ai nostri? Letta poi non ha l’esperienza per avanzare simili proposte. Il vitalizio è, per legge, l’equa indennità del parlamentare che lascia l’attività politica dopo un lungo tempo in cui non ha potuto proseguire la professione».
Non ci sono storture e privilegi nel vostro sistema pensionistico?
«Per primi abbiamo denunciato distorsioni ed eccessi, chiedendo la fine del riscatto, l’incompatibilità con incarichi pubblici, e l’abbassamento del tetto massimo».


Da parlamentari guadagnate più che bene, e da ex prendete una pensione che tutti si sognano.
«Non si può pensare di avere parlamentari travet. La garanzia di indipendenza politica e libertà di scelta dipende dall’indipendenza economica. Altrimenti, sarebbero esposti alle lobbies e ai poteri forti».

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