Sicurezza e solidarietà: Milano spende più di tutti

Maggiori entrate tributarie per il capoluogo, ma i residenti sono i meno tassati del Paese

A quelli che criticano i servizi sociali del Comune rispondete con il numero 298. È la spesa di Milano per il sociale: 298 euro a testa che la giunta guidata dal sindaco Letizia Moratti sborsa per garantire i servizi alla persona. Impegno economico che, senza forse, fa piacere ai milanesi anche perché l’amministrazione di centrodestra ha una particolare attenzione agli asili nido e ai minori oltreché alle strutture residenziali e ai ricoveri per gli anziani. E Roma? Resta indietro di 126 euro: infatti, Walter Veltroni spende solo 172 euro per abitante nel settore sociale.
Se non bastasse c’è ancora un dettaglio e, garantiamo, non è da poco: all’entità della spesa, Milano, accompagna una buona efficienza. La spesa per bambino frequentante gli asili nido (4.020 euro) è decisamente inferiore a quella romana.
Applausi, dunque, al bilancio di Palazzo Marino che è decisamente virtuoso. E lo è pure quando si affronta un capitolo delicato come le spese della politica. Già, ogni milanese spende appena 18 euro per dar corpo e sostanza agli organi istituzionali: 18 euro contro i 33 sborsati dai romani, i 54 dei torinesi e i 65 versati dai napoletani.
Fotografia pro-Milano che non è redatta dall’ufficio stampa di donna Letizia bensì dalla fondazione Civicum, che, quest’anno, promuove il rito in salsa ambrosiana rispetto a quello di Roma, Torino e Napoli. Ma vediamo altri dettagli del raffronto tra il capoluogo lombardo e la capitale d’Italia. Con un dato che la dice lunga: i trasferimenti dallo Stato premiamo, guarda caso, Roma con 264 euro mentre a Milano ne arrivano appena 82 euro. E, comunque, Milano (con entrate tributarie per 1.308 euro) è un Comune che percentualmente tassa di meno: le imposte locali sono il 64 per cento del totale e, quindi, Milano è l’unica città a non aver usufruito della possibilità di agire sull’addizionale Irpef.
Anche sulla valorizzazione del patrimonio si scopre - dalle entrate extratributarie - che ogni milanese incassa 183 euro sotto forma di proventi relativi ai beni comunali e ai dividendi delle partecipate. Centottantatré contro 78 euro di Roma. Comune che fa scendere in campo poco meno di 25mila dipendenti contro i 17mila milanesi.
Ma, curiosità a parte, i cittadini milanesi sono quelli che pagano più multe: 83,8 euro rispetto ai 77,1 di Torino e ai 75, 3 euro di Napoli. Anche i rifiuti, a Milano, sono cari (170 euro a testa) ma in compenso Palazzo Marino ha il primato per le entrate da dividendi: 69 euro contro i 21 di Roma e i 13 di Torino o, incredibile, lo zero segnato dal sindaco di Napoli Rosa Russo Jervolino. Valzer di cifre che si completa con la spesa per la cultura (55 euro a Milano, 59 a Roma), la polizia locale (rispettivamente, 115 e 113) e l’istruzione (147 a 156).
Commenta Letizia Moratti: «Ho chiesto da due Finanziarie la premialità per i Comuni virtuosi, per Milano che è sempre rimasto nel patto di stabilità. Premialità che non è stata riconosciuta: anzi, quest’anno più un Comune fa pagare tasse e più viene premiato. Questa è la battaglia che vorrei fare con il mio collega Veltroni. Lui è più forte di me e, forse, unendo le forze ce la potremmo fare». Invito che il sindaco della Capitale e leader del Pd raccoglie: «Abbiamo bisogno di autonomia fiscale. Se chiediamo ai cittadini di pagare più tasse, i cittadini vogliono vedere i risultati.

E a Roma, noi, abbiamo più spese - per l’immondizia e per la cura della città visitata da milioni di turisti - ma non ci arriva un soldo. Possibile che non questa virtù non venga riconosciuta?».
Domanda che attende una risposta, mentre Milano continua, «responsabilmente», chiosa Letizia Moratti, «a tenere il controllo pubblico dei beni».

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