Cronaca locale

Sicurezza, il governo tradisce Milano

Si allungano i tempi per norme più severe contro la criminalità Delusa la Moratti: «Siamo preoccupati»

Sicurezza, il governo tradisce Milano

Il pacchetto di modifiche normative confezionato dal governo per rispondere al bisogno di sicurezza delle città, dopo tante promesse e decine di faccia a faccia, in realtà sarebbe soltanto un «pacco». Sintesi del ragionamento fatto dal vicesindaco con delega alla Sicurezza, Riccardo De Corato, presente ieri al Viminale all’incontro tra governo e Città metropolitane. Doveva essere il vertice decisivo per modificare la legislazione in materia di legalità e immigrazione clandestina, e invece la delegazione di Palazzo Marino torna alla base con «delusione e preoccupazione». Dichiara Letizia Moratti: «Il buonismo del governo non tiene assolutamente conto della necessità di coniugare diritti e doveri. Preferiscono i carnefici alle vittime».
Bilancio in rosso, dunque, a cominciare dalla questione rom. Spiega infatti De Corato: «Il potere attribuito ai prefetti sulle espulsioni per ragioni di pubblica sicurezza non risolve i dubbi sulle competenze, né chiarisce a quali reati ci si riferisce, per applicare la recente Direttiva europea sul diritto di soggiorno degli stranieri comunitari. Servirebbero l’allontanamento coatto e la pena dell’arresto per chi fa rientro in Italia». In altre parole, resta la giungla delle attribuzioni in capo a sindaco e rappresentante di governo rispetto a campi nomadi e aree occupate abusivamente. «Intanto la modifica introdotta all’articolo 54 del Testo Unico sugli Enti Locali attribuisce maggiori funzioni agli amministratori dei Comuni: il risultato è massima confusione e scarsa chiarezza nel delimitare i rapporti».
Viene da sé il discorso sull’immigrazione: «Il governo risponde col silenzio alla nostra richiesta di rivedere il disegno di legge Amato-Ferrero. Si preparano a spalancare le porte agli irregolari», constata il vicesindaco. Non va meglio il capitolo prostituzione, dopo il clamore destato dalla proposta di punire con verbali a domicilio i clienti delle lucciole. «Amato vieta la prostituzione solo in alcune aree pubbliche (zone frequentate dai minori e luoghi di culto). L’effetto sarà creare autentici quartieri-ghetto». Nelle periferie, naturalmente, già in sofferenza. «L’idea di Milano, invece, è semplice e concreta: vietare lo sfruttamento in qualsiasi luogo pubblico, ovvero su tutte le strade».
La lotta agli stupefacenti chiama in causa gli attriti per «salvare» dal cestino la legge Fini-Giovanardi, che stabilisce la distinzione tra sostanze pesanti e leggere e tra consumo personale o spaccio. «Al contrario - riferisce De Corato - l’intenzione del Viminale è portare avanti il ddl Ferrero per depenalizzare il consumo delle droghe al di là della tipologia». Nessun inasprimento delle sanzioni, nemmeno per i responsabili di truffe agli anziani, «un’emergenza molto sentita qui al Nord».
I limiti del pacchetto presentato ai sindaci dal ministero degli Interni, che sarà discusso in Consiglio dei ministri venerdì, sembrano però strutturali. «Innanzitutto per la scelta dell’iter parlamentare: un disegno di legge e non un decreto. Così s’allungano i tempi per l’entrata in vigore delle nuove norme», fa notare De Corato. Ma anche la borsa dei Comuni resterà chiusa. «Il governo non ha nessuna volontà di concedere deroghe ai Patti di stabilità dei Comuni per gli investimenti in sicurezza. Ignorano l’Anci e tagliano risorse per contrastare la criminalità».
Il senso di «nulla di fatto» non traspare dal commento del viceministro degli Interni, Marco Minniti.

«Quelle che stiamo per varare sono misure molto importanti, in risposta alle esigenze manifestate dai primi cittadini».

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