Ogni quattro ore viene rilevato un reato da agenti di polizia municipale e, nello stesso intervallo di tempo, il responsabile viene denunciato. Unico comune denominatore: il delinquente in questione è un cittadino straniero, più frequentemente un clandestino. Non lasciano spazio agli equivoci le ultime statistiche diffuse dal vicesindaco Riccardo De Corato. Sono stati 776 infatti gli immigrati arrestati o segnalati all’autorità giudiziaria da settembre a dicembre dello scorso anno. In testa alla graduatoria troviamo i senegalesi, autori di 165 episodi criminosi. Seguono egiziani (122), romeni (85) e peruviani (71). «Da questo spaccato temporale preso a esempio emerge una situazione certo non facile, e dimostra come a Milano la criminalità sia soprattutto straniera - commenta De Corato -. E per maggiore obiettività in queste cifre non rientrano le violazioni alla legge Bossi-Fini sull’immigrazione, tra l’altro fortemente rimaneggiata dal governo Prodi. Importa piuttosto - ribadisce il vicesindaco - il rapporto tra reati commessi da stranieri rispetto a quelli commessi da italiani: praticamente il doppio. Con i clandestini che incidono in maniera pesante sul conto finale».
La notte scorsa stessa, a guardare il rapporto stilato dai vigili, tre stranieri sono stati denunciati dagli agenti del nucleo radiomobile, fermati in flagranza di rissa in viale Monza. Spacciatori, quasi sicuramente. Quando i ghisa sono intervenuti si sono trovati davanti un tunisino di 35 anni e un gambese di 30, che agitavano un coltello e una bottiglia di vetro contro un senegalese. Riguardo a quest’ultimo, dopo un controllo, s’è appurato che era già stato accompagnato alla frontiera nel giugno 2007. Girava con documenti falsi, così è stato di nuovo arrestato. «Un caso qualsiasi ma evidentemente emblematico di come le espulsioni, il più delle volte, si traducono in una presa in giro», aggiunge il vicesindaco. «Questo perché l’obbligo di abbandonare il territorio dello Stato non basta. Serve l’accompagnamento coatto alla frontiera, rafforzato dal carcere in caso di reingresso».
Tornando alle tipologie di reato più frequenti nei quattro mesi di fine 2007, i senegalesi si sono resi colpevoli soprattutto di contraffazione di marchi registrati e ricettazione, mentre marocchini ed egiziani rispettivamente di rapina e falsificazione di documenti.
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