Sicurezza, la questura dice no al nuovo corteo dei centri sociali

Divieto scattato dopo la guerriglia urbana. Sabato per gli autonomi solo il presidio fisso

Corteo vietato. Autorizzato, invece, il presidio in piazzale Aquileia, davanti al carcere di San Vittore. Così ha deciso il questore Paolo Scarpis, in considerazione dei «gravissimi episodi» di sabato scorso.
«Il questore di Milano - si legge infatti una nota ufficiale - in merito alla manifestazione preavvisata da alcuni centri sociali milanesi, in particolare Orso, per sabato prossimo, 18 marzo nel pomeriggio, in considerazione dei gravissimi episodi avvenuti in corso Buenos Aires sabato 11, ha vietato lo svolgimento del corteo previsto dalle colonne di San Lorenzo a piazzale Aquileia, limitando la manifestazione a un presidio statico nello stesso piazzale Aquileia».
E «soddisfazione per la decisione presa dal questore» viene espressa dal vicesindaco Riccardo De Corato, che ribadisce «l’auspicio che sabato ci sia comunque una sufficiente presenza di Forze dell’ordine, così da scoraggiare qualsiasi tentativo di violare il divieto». Resta, comunque, una certa «preoccupazione, la stessa che abbiamo espresso in sede di Comitato di sicurezza».
Un fine settimana ad «alta tensione». Domani e sabato, infatti, sono in programma due manifestazioni in occasione dell’anniversario della morte di Davide Cesare detto «Dax», il giovane del centro sociale Orso ucciso nella notte tra il 16 e il 17 marzo del 2003. Sul web, e in particolare sul sito di Indymedia, i manifestanti minacciano di replicare quanto successo sabato. Nonostante questo, il prefetto Gian Valerio Lombardi ripete che da parte delle Forze dell’ordine «c’è attenzione, ma non preoccupazione». E sempre domani, saranno i commercianti a manifestare contro le violenze di sabato scorso, con un corteo che partirà proprio da corso Buenos Aires, teatro della «guerriglia urbana». Non mancherà il sindaco Gabriele Albertini, che ha annullato gli impegni al Parlamento europeo per essere a Milano, e «per stare vicino ai cittadini». E ci saranno anche il leader dell’Unione Romano Prodi, il segretario dei Ds Piero Fassino, e, con ogni probabilità, anche il vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini.
Ieri, intanto, sono terminati gli interrogatori di garanzia dei 35 autonomi arrestati nel corso degli scontri di sabato, e accusati di devastazione aggravata, incendio, violenza a pubblico ufficiale e altri reati. Nella vicenda, inoltre, sono coinvolti tre minorenni, dei quali si occuperà il Tribunale dei minori.
Davanti ai gip Mariolina Panasiti ed Enrico Manzi, e ai pubblici ministeri Piero Basilone e Ilda Boccassini (che hanno rinnovato la richiesta di custodia cautelare), gran parte degli arrestati si è detta «estranea» ai fatti contestati. In molti hanno ammesso di aver partecipato alla manifestazione, convinti che si sarebbe svolta in maniera pacifica.

Altri, invece, hanno ripetuto di essersi trovati per caso nel mezzo della «battaglia», dopo una mattinata di shopping in corso Buenos Aires. I difensori dei 35 arrestati hanno chiesto la scarcerazione dei propri assistiti, e di poter visionare i filmati dei disordini acquisiti dai magistrati. Per oggi, infine, è attesa la decisione dei giudici.

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