Sicurezza, soldi e un patto con i Comuni

Gianandrea Zagato

«Da mesi chiediamo più fondi e più uomini per garantire la sicurezza dei lombardi. La risposta del Governo? Tagli e solo tagli, anzi quando non sono tagli, be’ la replica è il silenzio di un centrosinistra disinteressato al Nord e alla Lombardia». Massimo Ponzoni, assessore regionale alla Sicurezza e Polizia locale, ripensa agli sforzi del Pirellone per sostenere quei novemila agenti sparsi sul territorio lombardo - dodici milioni nel 2006 e settanta milioni nei quattro anni precendenti - e, perché no, a quella legge 4 del 2003 che ha come «punto essenziale» continua Ponzoni «il coordinamento delle polizie locali e mette ordine in un campo dove prima c’era un ginepraio di provvedimenti».
Scelta che - claim dell’assessorato - si deve tradurre in una nuova presa di coscienza dei Comuni, «gli amministratori locali devono comprendere l’importanza del loro ruolo negli interventi per la sicurezza dei cittadini» ovvero «devono occuparsi non solo di difesa della criminalità ma anche di sicurezza stradale, industriale e ambientale». Servono investimenti, naturalmente: «I sindaci contribuiscano sapendo però che si investe in sicurezza anche illuminando una strada e non solo assumendo nuovi agenti».
Virgolettati che in inglese si traducono «safety» ma che, all’ombra della Madonnina, sintetizzano un modello tutto lombardo, quello della «sicurezza integrata». E per questo, annuncia il più giovane assessore della giunta Formigoni, «la Regione Lombardia nei prossimi giorni darà il via libera al “patto per la sicurezza” con l’obiettivo di rendere più sicuro il Natale». Non finisce però qui. «I tagli di questo Governo sul settore sicurezza sono pesanti, Romano Prodi dovrebbe ripensarci e chiedere un coinvolgimento delle amministrazioni regionali.

Del resto il presidente Roberto Formigoni ne ha già parlato con il ministro degli Interni Giuliano Amato e, forse, è possibile arrivare in breve tempo ad un protocollo di intesa tra la Regione Lombardia e il ministero dell’Interno per dare maggiore possibilità di intervento alla Regione.

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