Sicurezza sul lavoro, più responsabilità

Sicurezza sul lavoro, più responsabilità

Aumenta il numero di persone che si occupano di sicurezza nelle aziende e nelle istituzioni italiane. E se, da una parte, a spingere in questa direzione è il quadro normativo - sia sulla sicurezza in generale che le specifiche norme di settore - da un'altra c'è anche una sempre maggiore sensibilità da parte delle aziende sull'importanza di garantire luoghi di lavoro sicuri e sani. E la complessità di gestire tutte le attività che tutto questo implica sta facendo emergere un crescente interesse verso applicativi software per la gestione delle problematiche di sicurezza e delle procedure connesse, nonché verso strumenti per il reperimento di informazioni e la formazione professionale.
A confermare questi fenomeni è Andrea Tozzi, direttore del Dipartimento quantitativo dell'Istituto Piepoli, l'istituto di ricerche di mercato coinvolto da Wolters Kluwer Italia in un ampio progetto di ricerca su queste tematiche. «Ci troviamo di fronte - esordisce il ricercatore - a un trend in deciso aumento. Fino a pochi anni fa il tema della sicurezza era sentito soprattutto in aziende di determinati settori e delegato ad alcuni specialisti. Sia l'emergere di nuove normative, sia l'accresciuta sensibilità dei dipendenti rispetto alla sicurezza sui loro posti di lavoro, hanno condotto a un moltiplicarsi di profili che in un modo o nell'altro si occupano della sicurezza. Tutti fanno comunque riferimento a un'unica importante figura, che è quella del Responsabile del servizio di prevenzione e protezione, o Rspp. Una funzione che, a seconda dell'azienda, può essere di uno di questi tre tipi: un responsabile interno, che svolge questo incarico a tempo pieno e sotto tutti gli aspetti; una figura interna, che magari assomma questo incarico ad altri, e che si avvale dell'appoggio di un consulente esterno; una professionalità esterna all'azienda».
Dalle ricerche di Piepoli è emersa anche una nuova qualità del coinvolgimento di chi si occupa della sicurezza. «Fino a qualche anno fa - chiarisce Tozzi - tranne che in alcune grandi aziende, chi veniva chiamato a svolgere questi compiti si sentiva catapultato in un'attività di cui non sapeva nulla. Oggi, invece, troviamo che chi si occupa di sicurezza ne è addirittura appassionato, e si dedica volentieri alla ricerca di informazioni su riviste e libri. I forum sul web sono diventati il luogo principale dove cercare aggiornamenti, consigli ed esperienze. A ogni nuova indagine che svolgiamo, riscontriamo anche un sempre maggiore interesse per software in grado di automatizzare alcune attività e per la sottoscrizione a banche dati e servizi di aggiornamento e formazione online».
Consapevoli dei rischi di incorrere in sanzioni in caso di inottemperanza alle regole, di dover pagare ingenti indennizzi in caso di incidenti, ma anche consci del vantaggio di immagine che un'azienda può ottenere preoccupandosi delle sicurezza dei lavoratori, sono sempre di più gli amministratori delegati e i manager che promuovono, in prima persona, l'adozione di iniziative di sicurezza e prevenzioni. «Con l'avvento della crisi - avverte però Tozzi - questa tendenza è entrata in contrasto con la necessità di risparmiare».

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