da Torino
Avrebbe dovuto intitolarsi La signorina Fiat, ma poi si è preferito optare per un meno esplicito e più allusivo Signorina Effe. F come fortuna, quella che cercavano gli immigrati arrivando a Torino, ma anche F come «fine»: fine di un'epoca, quella che si concludeva nel 1980, anno di passaggio per l'Italia e soprattutto la Torino di oggi. Sono cominciate nei giorni scorsi le riprese del nuovo film di Wilma Labate (già regista di Domenica, La mia generazione e Ambrogio), prodotto da Bianca Film con Rai Cinema e ambientato nella Torino dei primi anni Ottanta durante il durissimo sciopero dei trentacinque giorni nello stabilimento di Mirafiori, culminato nella marcia dei Quarantamila. Nel cast, Filippo Timi (visto di recente in Saturno contro), Fabrizio Gifuni (La meglio Gioventù) e la torinese Valeria Solarino (La felicità non costa niente, La febbre). Al centro della sceneggiatura scritta dalla stessa Labate con Domenico Starnone e Carla Vangelista, ci sono i Martano, famiglia di operai di origini meridionali emigrati al Nord. La figlia Emma (Solarino) è impiegata in Fiat, sta per laurearsi in Matematica ed è promessa sposa a Silvio (Gifuni), ingegnere di Mirafiori. La sua vita sarà però completamente travolta dagli eventi.
I fermenti in fabbrica per Emma coincideranno con la scoperta di un nuovo amore, quello per Sergio (Timi), giovane militante che lavora alle presse. «La Storia con "s" maiuscola si mescola così a una breve e intensa storia d'amore - dice la regista - e la Fiat finisce per fare da sfondo a questa passione, ma allo stesso tempo diventa anche il simbolo di un'epoca di passaggio». Per questioni di budget, comunque, l'unica Fiat che gli spettatori potranno vedere al cinema sarà quella dei cancelli, per il resto il film è girato nelle strade di Torino, nei bar e nei ristoranti sul Po e alle presse di Rivalta. «Per rendere l'ambientazione di quegli anni utilizzeremo soprattutto materiale video dell'epoca - spiega Wilma Labate -, perché la Torino che vogliamo raccontare è troppo diversa da quella di oggi. Negli anni Ottanta era una città operaia, adesso è una città sontuosa.
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