Il silenzio del «Cannone» per altri due anni ancora

Il silenzio del «Cannone» per altri due anni ancora

Il verdetto è una doccia fredda: un altro Premio Paganini senza vincitore non se lo aspettava nessuno, tanto più per la seconda edizione consecutiva. E invece è così, il «Cannone» resterà in silenzio durante le prossime celebrazioni colombiane, in attesa del prossimo agognato vincitore: peccato, perché, a onor del vero, il livello dei concorrenti era senz'altro più alto di due anni fa. Il pubblico del Carlo Felice, logorato da più di un'ora di attesa, non ci sta e accoglie il giudizio finale con un boato di disapprovazione, fischi, dissensi, riportando la platea alle temperature roventi di poco prima, quando una pioggia di volantini contro la cassa «disintegrazione» aveva coperto le poltrone dando voce ancora una volta alla protesta dei lavoratori. «Noi ci saremo sempre - tuona sulla ribalta Nicola Lo Gerfo, salutato da una lunghissima standing ovation fra i presenti - anche se la volontà politica è quella di farci fuori». L'eco della protesta arriva anche sul palco della premiazione, dove l'assessore Andrea Ranieri cerca di mitigare gli animi promettendo una prossima edizione del Premio, nel 2012, «sul palco di questo teatro»; benissimo, basta che non suoni come il famoso «Mai più senza una prima» del sindaco Marta Vincenzi all'alba della tormentata stagione di tre anni fa, segnata da una serie di scioperi e cancellazioni e ancora viva nel ricordo degli abbonati.
Ma l'attenzione torna presto ai concorrenti, anche loro con l’amaro in bocca, oltreché sfibrati dagli ultimi e massacranti dieci giorni di prove: secondo posto per Dami Kim, 21 anni, Corea del Sud; terzo per Stefan Tarara, 24 anni, Germania; quarto per il sedicenne Yu-Chien Tseng, Taiwan; quinto per Fedor Roudine, 18 anni, Francia; più i tradizionali premi conferiti a particolari esecuzioni del programma.
Giudizio sereno? Non parrebbe, vista la tensione che palesemente rigava il volto di alcuni membri della giuria e che ha sconfessato quella «piena unità di pensiero» che il presidente Zachar Bron aveva dichiarato all'indomani delle semifinali. Calorosissimi comunque gli applausi ai violinisti, in primis al carattere e alla tecnica ferrea della vincitrice, che ha dato il meglio di sé con Paganini (è anche vincitrice del premio Renato De Barbieri per la migliore esecuzione dei «Capricci»); e grande l'ammirazione per il giovanissimo Tseng, che ha dimostrato uno strabiliante talento ed una precoce maturità musicale.

Spezziamo una lancia in favore di Stefan Tarara, che ha eseguito uno splendido concerto di Sibelius con prorompente personalità e maturità interpretativa notevole, con un suono morbido e intenso e una cantabilità che non abbiamo riscontrato negli altri concorrenti. Sipario sul premio, inizia l'atto unico dello sciopero della fame, che da ieri ha coinvolto i primi tre dipendenti del teatro: l'ultimo attacco in questa infinita guerra all'ultimo sangue.

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