Confesso un sussulto perverso di piacere nel vedere l’altro giorno insieme Tonino Di Pietro e Berlusconi. Confabulavano come due attori consumati che in scena sono nemici ma poi nelle pause di lavorazione del film si confidano da vecchi colleghi di set. Mi è parso di tornare allo spirito del ’94, invocato da Ferrara, quando la Seconda repubblica camminava sulle gambe di Mani Pulite e del Polo unito da Berlusconi. Era il tempo in cui Tonino appariva uomo di destra e stava per entrare nel primo governo Berlusconi. Con tutto quello che poi si sono detti e fatti faceva impressione vederli insieme. Da dove nasce questa scappatella? Da comuni antipatie, calcoli opposti e un’indole comune e divergente.
Le comuni antipatie sono evidenti: la sinistra, come categoria e come personale politico, a cui Berlusconi non perdona il fumoso livore e Tonino la fumosa inconcludenza. E la sinistra editoriale ancor di più. Più altre parallele antipatie, come quella per Fini o i terzopolisti. I calcoli opposti sono pure evidenti. Di Pietro, all’indomani del referendum, ha cambiato gioco e ha fatto il moderato: perché spera, dopo il Cavaliere, di conquistare voti nel centrodestra visto che ne perde dall’altra parte a vantaggio di grillini e vendolini. E Berlusconi ha tutto l'interesse a far saltare l’asse di Tonino col Pd e calmare la furente opposizione. Ma poi c’è l’indole. Berlusconi non è vendicativo ma piacione e conviviale: se potesse, si porterebbe nel lettone di Putin anche Bersani e Vendola (previo voto di castità).
E Di Pietro si sente un po’ Aldo Fabrizi quando faceva il maresciallo che inseguiva Totò, ma poi, in una pausa per riprendere fiato, si confidano.
Infine c’è una convergenza d’indole, e non mi riferisco alle donne: entrambi non amano i politici, sono pratici e populisti, uno in versione rustico-terrona,l’altro commerciale- brianzola, uno da emigrato e l'altro da emirato; e sono figli della stessa stagione. Un parto gemellare che oscilla tra Romolo e Remo e Tom e Jerry. Tranquilli, Di Pietro non sarà l'erede di Berlusconi. Semmai teme che se si ritira Berlusconi, lui resti disoccupato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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