Silvio tra la gente: «Non ho paura, gli italiani con me»

RomaLa sceneggiatura è quella di sempre. Sorrisi, strette di mani, foto in posa con le macchinette digitali, flash dei cellulari d’ultima generazione, battute a giovani e meno giovani. Identica è pure la scenografia, vista la predilezione per i «negozietti» a due passi da Palazzo Grazioli, da una parte e dall’altra di Corso Vittorio Emanuele, dove il premier si ferma spesso a fare incetta di gioielli e oggettistica varia. Materiale che si fa recapitare a casa e che distribuisce come «presenti», a seguire, a chi figura nell’elenco dei suoi ospiti. Insomma, non è cambiato nulla. È tutto come prima del 13 dicembre, data dell’aggressione subìta nei pressi del Duomo, dove Massimo Tartaglia gli lanciò addosso l’ormai nota statuetta.
Silvio Berlusconi l’aveva già annunciato ai suoi, durante la convalescenza ad Arcore («sono cosciente che qualcosa magari cambierà, ma non ho alcuna intenzione di cambiare le mie abitudini»), nonostante in diversi avessero storto il muso, nel tentativo di consigliargli un ridimensionamento delle uscite pubbliche all’aperto. Ma tant’è. E dopo il breve blitz di lunedì sera - rientrando dal Colle, dopo il colloquio con il capo dello Stato, Giorgio Napolitano - anche ieri il Cavaliere ha deciso di spostarsi da via del Plebiscito, per il consueto tragitto di circa duecento metri, con l’intento di ripetere il tradizionale shopping sotto casa, seppure guardato a vista dagli uomini di scorta, che pare ad occhio essere stata rafforzata. L’occasione giusta per affrontare proprio la questione sicurezza, per diversi giorni al centro del recente dibattito politico. Così, a un cronista dell’Agi che lo intercetta, quasi ad ora di cena, spiega, in merito ad eventuali preoccupazioni per i consueti bagni di folla, che «la politica è fatta di questo, non è cambiato nulla, continuo a salutare lei e i cittadini italiani senza alcun timore». La scena si ripeterà dunque di continuo. Anche perché, aggiunge il presidente del Consiglio, che come al solito indossa il piumino della Marina militare russa, regalatogli da Vladimir Putin, «dal cumulo di testimonianze di affetto che ho ricevuto, mi sembra proprio che gli italiani siano sempre più vicini a me».
Dopo aver trascorso la giornata nel suo ufficio-residenza, dove al mattino ha avuto un lungo incontro con il Guardasigilli, Angelino Alfano, per fare il punto sulla riforma della giustizia, e nel pomeriggio l’amico produttore cinematografico Tarak Ben Ammar, in serata il premier si concede un’uscita di circa un’ora.

Così, al termine di una breve passeggiata per le vie del centro, si dirige inizialmente verso un negozio di perline. «Con i giornalisti non ho voglia di parlare», afferma all’uscita. Salvo poi cambiare idea, una volta attraversata la strada, per riferire che l’affetto nei suoi confronti, da parte dei cittadini, non è mutato.

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