RomaVade retro correnti. Berlusconi battezza la neonata fondazione «Liberamente», fortemente voluta dai ministri Mariastella Gelmini, Franco Frattini e Sandro Bondi ma mette in guardia tutti: «Purtroppo stiamo cercando di farci del male in casa, cerchiamo di non farlo - dice nel suo collegamento telefonico con il convegno di Moniga del Garda -. Non credo che dobbiamo aprirci a correnti ma occorre essere uniti come siamo sempre stati», ammonisce il premier. Tutti i berluscones giurano che il Cavaliere pensa ai «frondisti» finiani; pensa a quel partito nel partito che è «Generazione Italia» che ha già disseminato di circoli tutto il territorio nazionale. Guai, tuttavia, se i cosiddetti think tank, gran moda del momento, si trasformano in gruppi o lobbies di potere. «Le fondazioni devono concorrere a fare del Pdl quel partito che ha unito tutti gli italiani che non si riconoscono nella sinistra», insiste Berlusconi. Una sinistra che «sa solo insultare, criticare e invidiare perché non ha idee né idee né una leadership credibile».
La buona notizia è che «nonostante tutto il fango che ci buttano addosso, dallultimo sondaggio Euromedia il Pdl è sopra il 38%, il governo al 48% e Berlusconi costantemente sopra al 60 per cento» ma bisogna stare attenti a non disperdere il consenso in mille rivoli o, peggio, in frizioni interne.
Parla anche di università, Berlusconi: «fondamentale approvare al più presto la riforma; la sinistra aveva creato un meccanismo assurdo che aveva prodotto la proliferazione dei corsi di laurea inutili e costosi solo per dare le cattedre ai loro professori, noi abbiamo già cancellato 469 corsi di laurea giudicati del tutto inutili». Lancia «la vera rivoluzione» per favorire la creazione di nuove imprese «modificando larticolo 41 della Costituzione». Assicura che «lItalia è il Paese più ricco dEuropa, un pelino sopra la Germania». Boccia lipotesi di una tassazione sulle rendite finanziarie: «Ho reso un buon servizio al Paese e allEuropa ponendo un veto».
Ma quello che preoccupa il premier è il Pdl: una sorta di monarchia anarchica che non deve frammentarsi in troppi centri di potere. Discutere sì, dividersi no. Guai a creare fazioni sebbene la galassia pidiellina pulluli di tante stelle, alcune delle quali vorrebbero vivere di luce propria.
Il ministro Frattini assicura: «La nostra fondazione non è una corrente perché le correnti dividono, mentre noi pensiamo che si debba discutere, buttare idee sul tappeto e poi marciare tutti uniti». Gli fanno eco la Gelmini e Lupi: «Se le fondazioni diventano correnti saranno un cancro per questo partito». «Né correnti né spifferi», assicura Bonaiuti. «La sinergia tra Liberamente e i Club della libertà rappresenta la chiave per elaborare idee e trasmetterle al territorio», giura Valducci. Un refrain.
Di fatto il Pdl è un mare composito fatto di persone con storie, culture e sensibilità differenti. Un arcipelago dove convivono ipercattolici ed ex socialisti, filo-leghisti e «movimentisti».
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