Uniti da un insolito destino. Milanesi e nati lo stesso giorno, il 29 settembre. Ma Silvio Berlusconi, che ieri ha ammirato al Museo Diocesano in anteprima le tele de «Gli occhi di Caravaggio», si trova daccordo piuttosto con il «paragone birichino» fatto da Vittorio Sgarbi, curatore della mostra, tra lartista e Umberto Bossi. Il senatur, come Caravaggio, «esiste da quando è andato a Roma, non esistono tracce della giovinezza dellartista in Lombardia». E il leader della Lega «qui si preparò in quella che ha chiamato Padania e poi arrivò a Roma per cambiare la politica italiana».
Divagazioni da quella che il premier ha definito «una genialata di Vittorio», raccontare «il buco» nelle tracce della formazione lombarda del Caravaggio. Una mostra che - per suggellare la sintonia ritrovata con Letizia Moratti dopo il «licenziamento» da Palazzo Marino - lex assessore alla Cultura riuscirà a proporre con un biglietto integrato a Palazzo Reale. «Si potrà visitare il Diocesano e la mostra di Arcimboldo» anticipa Sgarbi. E per contribuire allaumento degli ingressi, Berlusconi non rinuncia a una battuta: «Invito tutti a fare promozione con gli amici e i conoscenti» e «chiedendo venia al nostro autorevole prelato», il vicario episcopale per la Cultura monsignor Brambilla intervenuto prima di lui, «per una buona causa dico che potete anche telefonare alle vecchie fidanzate e ai vecchi fidanzati, per convincerli a fare unopera di bene». Un nuovo spot per aumentare il turismo nel Belpaese lo ha girato invece il presidente, «invito gli italiani a non fare le vacanze allestero ma a scoprire i capolavori di questo magico Paese». Lobiettivo che ha assegnato al ministro Michela Vittoria Brambilla è ambizioso («come a scuola, bisogna sempre mirare al 10 per arrivare almeno allotto»). Oggi il settore del turismo rappresenta il 9,6% del Prodotto interno lordo e «dobbiamo puntare al 20%, dobbiamo tornare a essere i primi nel mondo». Del resto, chiosa Berlusconi, «le imprese si possono portare in Cina, le opere darte e i monumenti restano qui e attirano turisti dal resto del mondo». E iniziative come quella inaugurata ieri del Diocesano, la «genialata» appunto, «attraggono un turismo culturalmente più elevato».
Sgarbi ha accompagnato il premier tra le sale del Diocesano intorno alle 18, prima di invitarlo a «qualche parola di benedizione laica» per il buon successo della mostra. Con loro anche il governatore Roberto Formigoni, il direttore del museo Paolo Biscottini. Tra le opere più ammirate da Berlusconi, la tela «San Matteo e langelo» di Vincenzo Campi che raffigura la città di Pavia.
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