Silvio telefona in diretta tv a Ballarò «L’anomalia sono i giudici comunisti»

La telefonata arriva a un quarto d’ora dalla fine di Ballarò. Silvio Berlusconi chiede di intervenire, dopo aver ascoltato per oltre un’ora e mezzo la trasmissione di Giovanni Floris: «Ho assistito al festival delle falsità della sinistra, adesso voglio rispondere». In studio ascoltano Rosy Bindi, Pier Ferdinando Casini, il ministro della Giustizia Angelino Alfano e il coordinatore del Pdl Ignazio La Russa. «Prima falsità: in Russia sono stato un giorno, sono arrivato giovedì sera, ho lavorato con Putin e i suoi collaboratori e molti manager di imprese russe per iniziative comuni. Ho lavorato tutto il venerdì, ho lavorato con Putin sulla situazione internazionale sabato mattina, sono ripartito in ritardo non per la neve non per la nebbia e quindi quel che è stato riferito è falso». È un intervento deciso, quello del Cavaliere. Prima della sua telefonata la trasmissione aveva toccato tutti i temi dell’agenda politica di questi giorni: dal dibattito interno al governo, all’ipotesi della riduzione della pressione fiscale, al viaggio del premier in Russia, al caso Marrazzo, fino alla sentenza del processo Mills arrivata proprio ieri pomeriggio. «La vera anomalia italiana - ha detto il premier - sono Pm e giudici comunisti di Milano che da quando Berlusconi è entrato in politica e ha tolto il potere ai comunisti lo hanno aggredito con oltre cento processi e cinquemila udienze. Ma davvero Silvio Berlusconi era l’imprenditore più criminale della storia del mondo oppure l’anomalia sono i Pm e i giudici comunisti che ormai sono la vera opposizione alla maggioranza eletta dal popolo?»
Lo studio di Ballarò ascolta, la Bindi scalpita, Floris non vede l’ora di fare domande. Ne arriva una. È quella sui rapporti con il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti: «Con Tremonti si è chiarito ogni equivoco con alcuni esponenti del governo e si prosegue con la politica di rigore». Floris chiede se è vero che il governo ha in programma la riduzione dell’Irap. Berlusconi ascolta e risponde: «È nel nostro programma. Questo avverrà entro i tempi possibili, ma dipende da come si evolverà la crisi in cui siamo e nessuno sa al mondo come evolverà questa crisi».
Altro capitolo: Marrazzo. Berlusconi spiega quello che aveva già detto: «Io non ho avuto nessun intervento presso la Mondadori. Ho saputo tutto da mia figlia Marina e ho chiamato Marrazzo, perché Mondadori non è Repubblica o l’Espresso. Al presidente della Regione Lazio ho detto: “Abbiamo i numeri di telefono dell’agenzia che ce l’ha in mano, te lo comunico lasciando a te la scelta di quello che vuoi fare: acquistare il documento o denunciare il fatto alla magistratura”».
A questo punto Rosy Bindi scalpita. Vuole la parola, chiede addirittura al consiglio di amministrazione della Rai se è possibile cambiare i palinsesti per darle un quarto d’ora in più. Un’ora e mezzo di trasmissione evidentemente non le è stato sufficiente. Oppure s’è indispettita per la telefonata del Cavaliere che ricorda il suo consenso al 68 per cento, «mentre quello del Pd è al 25». Interviene Floris e zittisce la Bindi: «Secondo me il pensiero del presidente del Consiglio è una notizia, quindi ho scelto io di farlo intervenire».
E per restare sulla sinistra si torna sulla Rai. Floris chiede che televisione piacerebbe al presidente. Berlusconi non cade nel trabocchetto: «La tv pubblica italiana ha una prevalenza assoluta di giornalisti di sinistra e di programmi di sinistra.

È una situazione unica in tutto il mondo occidentale». La chiusura della telefonata è leggera. L’assist di Floris dovrebbe essere polemico: «Come va con la scarlattina?». Berlusconi replica con una battuta: «Se viene a casa mia sarò lieto di attaccargliela».

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