«Simpatiche e normali Ecco chi sono le vere superdonne»

L'unico uomo è il cinese. Il solo direttore maschio nel mondo di Grazia, il magazine femminile che conterà 15 edizioni nel mondo entro la fine dell'anno e che ora vuole infatti conquistare pure il pubblico francese: a fine agosto uscirà Grazia France, seguiranno gli sbarchi in Thailandia e Indonesia, entro fine anno. Fra i 12 direttori attuali, appunto, il solo uomo è il cinese, le altre sono tutte donne: Grazia è un nome e anche un mondo, quello delle "superwoman normali".
È nato come un giornale, ma negli anni «Grazia» è diventato anche un marchio: ha un suo mondo intorno. Com'è questo mondo?
«Ha dei valori di riferimento: Grazia è il giornale per una donna moderna, curiosa, intelligente. Giovane, non solo anagraficamente, ma anche nella testa. E normale, nel senso migliore del termine».
E che tipo di "normalità" è?
«Quella della stragrande maggioranza delle donne, che riesce a tenere insieme un milione di attività: il lavoro, il marito o il fidanzato, i figli. Con l'imperativo di essere sempre in ordine: la donna di oggi deve essere vestita bene, pettinata, in forma».
Una normalità da impresa...
«Sono delle superwoman, in realtà: vogliono riuscire a fare tutto e bene e contemporaneamente mantenersi informate, che è quello a cui pensiamo noi».
Come definirebbe l'universo di «Grazia»?
«Due slogan. Il primo è easy chic: lo usiamo per la moda, ma vale anche per quel tipo di donna, elegante e semplice insieme. E poi "la femminilità rivista": perché siamo un giornale, e perché la nostra è una femminilità moderna, quella di oggi».
E com'è?
«Amo dire che siamo un femminile femminile: perché le donne sono diverse dagli uomini, non solo anatomicamente e nei geni ma, anche, negli interessi. Non è certo un passo indietro, ai pizzi e merletti del passato. Ma esiste un approccio tipicamente femminile al mondo e all'attualità».
Che cosa lo distingue?
«È un approccio più attento alle emozioni. Le donne sono empatiche di natura, forse perché sono madri, abituate a occuparsi degli altri. E anche nell'attualità siamo più interessate alle persone, ai fatti che toccano il cuore e non, chessò, alle astrazioni della politica. Senza dimenticare la testa, ovviamente».
«Grazia» è inseparabile dalla moda. Esiste un «Grazia» style?
«La moda è sempre stata il punto forte della rivista. Grazia è stata uno dei più grandi promotori del made in Italy. E così è il suo stile: un'eleganza moderna, attenta alle tendenze ma capace di rielaborarle in base alla personalità. Niente fashion victim».
La rivista ora avrà entro l'anno 15 edizioni nel mondo: il legame col made in Italy si è rafforzato?
«Assolutamente. Esportare Grazia ha significato esportare il meglio del made in Italy, i nostri talenti. E si sa che sul piano estetico siamo imbattibili. Un po' ossessionati, forse, dalla bellezza, ma per quanto riguarda moda e design siamo assolutamente i più bravi».
Fra i paesi in cui è presente la rivista ci sono Emirati Arabi Uniti, Cina, India, Russia, Gran Bretagna. Non si tratta di donne molto diverse fra loro?
«Certo. In qualunque paese del mondo uno vada e dica di essere "italiano", parte subito un sorriso. Poi ti citano il nome di qualche stilista, o di un calciatore se parli con un uomo, il sole, la pizza.... L'Italia è un marchio conosciuto e amato in tutto il mondo e Grazia porta con sé questo modo di vivere, il piacere e lo stile del nostro paese. Ogni edizione deve essere adattata alle diverse nazioni, alla loro storia e cultura».
Che cosa è cambiato di più negli anni?
«Grazia ha compiuto da poco 70 anni, è un giornale della tradizione italiana. Ha seguito il percorso della storia e delle donne, ma credo che la marcia in più sia stata data dall'internazionalizzazione: l'ha resa ancora più marchio, ha donato un allure diverso».
Qual è il suo punto di forza?
«È coerente con il suo stile. Non è come quelle donne che seguono a tutti i costi la moda e poi non capisci più chi siano davvero».
Una donna che vi rappresenta?
«È complicato trovarne solo una... OK, nell'ultima pagina della rivista c'è Victoria Cabello che risponde alle lettere: una donna molto Grazia, normale, giovane, spiritosa, che lavora».


C'è un tema a cui «Grazia» non può rinunciare?
«Più che un tema, un clima. Ci sono giornali belli ma freddi, come certe donne un po' irraggiungibili. Grazia invece è bella, intelligente, ma anche simpatica: una che comunica con le sue lettrici e riesce a coinvolgerti».

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