nostro inviato
a Busto Arsizio
Tutto si potrà dire del signor Gallione di Alessandria, arbitro dello scontro per i play out fra Pro Patria e Verona, ma non che sia uno che si fa prendere per il naso. Assolutamente, a Gallione non gliela fa in barba nessuno, specialmente i signori simulatori. Al 5' ha ammonito Imburgia, al 29' Trezzi e al 37' Zeytulaev, senza guardare in faccia nessuno, tutti per svenimento improvviso in area o nei suoi pressi.
Niente da fare, e in questo perfettamente coerente alla sua fama di arbitro dal cartellino facile, sette in media sventolati nelle sue oltre dieci direzioni in questa stagione, un arbitro che non accetta il gioco sporco e ieri al mitico Speroni di Busto c'era l'atmosfera delle tragedie con in palio la conferma in C1 o l'epilogo atroce della retrocessione in C2. Altra fama che circonda Gallione è l'etichetta di arbitro spettacolare e anche in questo non si è tirato indietro. Su un campo reso viscido dalla pioggia insistente, ha fatto correre come neppure il miglior fischietto inglese, entrate a scivolone, tackle massicci, spallate da hockey, tutto ok.
E a quei gaglioffi che si giocavano la stagione ha sempre lasciato correre il gioco che questa categoria impone. Solo nel secondo tempo ha sventolato un paio di gialli ancora per falli di gioco, mentre in tribuna si prendeva epiteti pesantissimi.
Intanto c'è da registrare che l'urlo «arbitro venduto» ha ancora un suo appeal importante, detto dalle frange più tiepide della tifoseria, sistemata anche in tribuna a caso: chi arriva prima si siede. L'azione più clamorosa quando De Andrade, portiere del Verona, su rinvio dalla sua area, per poco non beffa Anania, portiere della Pro.
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