Il sindaco commissario dell’Opera

Alla fine sarà il sindaco Alemanno, nominato commissario straordinario per 3 mesi nella serata di ieri dal ministro Bondi, ad affrontare la vexata quaestio dei conti in rosso dell’Opera di Roma. Un provvedimento «non politico» deciso «per il bene del teatro», fanno notare dal ministero. Ma che il teatro accoglie come uno schiaffo. E respinge con uno sciopero a oltranza dichiarato ieri sera da Fials e Libersind, che dovrebbe bloccare i balletti russi in cartellone in questi giorni, ma anche i Pagliacci di Zeffirelli, mentre già ieri sera si sono svolte diverse assemblee. E c’è chi parla anche di occupazione.
Licenziato dal ministro, così come il direttore artistico Nicola Sani e tutto il Cda, il soprintendente Ernani rifiuta commenti a caldo. Ma convoca la stampa oggi a mezzogiorno. «Sarà per dare il punto di vista di un uomo che ha lavorato per il teatro, con risultati di cui vado fiero», spiega. Dopo settimane di rapporti tesi e dopo il rifiuto del soprintendente - che aveva rimesso il mandato nelle mani del cda - di lasciare autonomamente, l’arrivo del commissario era nell’aria. Di fatto sollecitato da Alemanno.

Ieri mattina la riunione decisiva, col sindaco, l’assessore alla cultura Croppi, il Governatore Marrazzo, il capo di gabinetto del ministero Salvo Nastasi, il sottosegretario Giro e il ministro Bondi, al telefono. Poche ore dopo la decisione. Al sindaco tre mesi di tempo per stilare un piano straordinario.

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