«Grazie alla Regione e alla giunta de Marchi l'ospedale di Santa Margherita Ligure ha perso la sua funzione ospedaliera». Queste parole, riportate su un volantino di raccolta firme a cura del gruppo dell'ex sindaco Claudio Marsano «Insieme - Santa nel cuore», hanno mandato su tutte le furie il primo cittadino sammargheritese.
E così, invece di regalarsi un sabato di tintarella, Roberto De Marchi ha aperto le porte della sala consiliare ai cittadini e, documenti alla mano, ha sbugiardato le affermazioni dell'ex sindaco. Un dossier di diciotto pagine che «dimostra tutto il contrario», afferma il sindaco agitando i fogli per aria. In quaranta minuti di intervento il primo cittadino pronuncia una sola volta il nome del suo antagonista, ma per lui riserva parole di fuoco: «È un mascalzone, bugiardo, falso e spergiuro - arringa De Marchi. Lo invito a denunciarmi alla Procura della Repubblica - provoca - perché vorrei ripetere queste parole anche davanti ai giudici».
Con una delibera del 28 febbraio 2008 (periodo in cui il primo cittadino di Santa Margherita era Marsano), la Regione attestava: «Con l'apertura dell'ospedale di Rapallo non sarà più attiva la funzione ospedaliera nella struttura di Santa Margherita Ligure. Lo stabilimento diventerà un polo residenziale riabilitativo con una piastra ambulatoriale». Dopo aver letto questo documento De Marchi domanda: «Ero io il sindaco nel 2008?». La gente scuote la testa in senso di indignazione più che di risposta all'interrogazione. «L'attacco - alza la voce il sindaco - è indegno perché basato su terrorismo psicologico e bugie».
De Marchi continua e punzecchia le precedenti scelte regionali, sempre e comunque firmate da Burlando, Montaldo e compagni: «Hanno deciso di togliere un ospedale a Santa Margherita e di costruirne uno identico a tre chilometri di distanza gettando via quaranta milioni di euro. Il motivo - si sfoga - è solo di peso elettorale, visto che Rapallo ha il triplo dei votanti di Santa». Il sindaco chiude invitando Marsano: «Sfidiamoci davanti alla città: io sono sicuro di vincere».
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