Per Giulio Gallera è «un errore». Anzi, «un gravissimo errore». Giudizio «eufemistico» sullidea di trasformare la lista Moratti in un movimento politico in vista delle provinciali 2009.
Decisione che per il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino non «porta alcun valore aggiunto». «Non capisco, qual è il guadagno politico? Voglio credere che il sindaco Letizia Moratti non ne sappia niente, che questa volontà sia soltanto espressione di qualche consigliere che dopo aver assaporato i piaceri della politica in salsa comunale vuole sognare assiso sulle poltroncine rosse della giunta di Palazzo Isimbardi».
Gallera sa che le parole sono pietre ma, stavolta, non vuole né può limitarsi: «Quando si ragiona in termini di liste civiche bisogna fare i conti con loste. Mi spiego: è controproducente spostare altrove lesperienza e il lavoro sin qui fatto dalla lista civica Moratti. Controproducente perché quella è una lista civica nata per conquistare Palazzo Marino e venduta ai milanesi non come un partito politico».
Chiaro a tutti, continua Gallera, che se «la lista diventa partito cambiano anche le regole del gioco e, quindi, esempio, non sono più esponenti della società civile che entrano negli enti bensì uomini del partito ovvero si modifica anche il peso della ripartizione». Ma cè, sempre secondo il capogruppo di Forza Italia, un altro problema di «sostanza». «Letizia Moratti vuole essere un leader, come lo è Roberto Formigoni. Leader e sindaco di Milano. Che fa, donna Letizia, si candida alla guida della Provincia contro Filippo Penati? Su non scherziamo. E dunque che senso avrebbe la trasformazione di una lista civica in un partito che, sorpresa, non vede però il suo leader candidato?».
Domande che, chiosa Gallera, debbono «obbligatoriamente essere retoriche». Già, quellidea dei supporter morattiani di un partito è «un errore», «un gravissimo errore». Risultato - spera lex assessore della giunta Albertini - di un «difetto di comunicazione tuttinterno alla lista».
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