Sindaco marocchino per Rotterdam

Il prossimo sindaco di Rotterdam si chiama Ahmed Aboutaleb. È un immigrato di fede islamica, nato in Marocco 47 anni fa. Lo ha deciso il consiglio comunale della seconda città dell’Olanda, guidato da una maggioranza di sinistra. L’immigrato musulmano è un politico di lungo corso e ben conosciuto nel Paese dove vive dall’ormai lontano 1976: attualmente è sottosegretario agli affari sociali nel governo.
La televisione satellitare araba Al Arabiya ha dato grande risalto a questa notizia ricordando che Aboutaleb è figlio dell’imam di una moschea a Aiyat Sidal, un villaggio di montagna nel Rif marocchino, e che prima di darsi alla politica ha studiato in Olanda comunicazione per poi fare il corrispondente di giornale.
Se nel mondo arabo la notizia ha suscitato orgoglio, lo stesso non si può dire per buona parte del mondo politico olandese. Ovvio pensare all’irritazione dei movimenti che chiedono più severità nelle politiche sull’immigrazione: «Leefbaar Rotterdam» («Rotterdam vivibile»), che raccoglie in certo senso l’eredità politica del defunto Pim Fortuyn e non a caso è il secondo partito della metropoli olandese, ha protestato aspramente sostenendo che l’indicazione di Aboutaleb a sindaco è «un segnale sbagliato». Ma anche il più «istituzionale» Partito liberale ha reagito interpretando le preoccupazioni di quella parte dei cittadini olandesi che vedono nel «caso Rotterdam» un problema più che un’opportunità. E ha annunciato che chiederà un dibattito urgente in Parlamento.
Già in passato, sostengono i liberali, il fatto che Aboutaleb abbia il doppio passaporto olandese e marocchino aveva provocato polemiche. Ma adesso, sottolineano, la questione è più seria.

I sostenitori del futuro sindaco - che dovrebbe insediarsi il 1° gennaio dopo la scontata approvazione da parte del governo - ricordano però che la legge del Marocco non ammette la possibilità di rinunciare alla nazionalità.

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