Al ministro Gianni Alemanno, candidato sindaco di An, da sempre impegnato in difesa delle periferie romane, dei ghetti della cintura urbana, che si espandono a macchia dolio nonostante le parole patinate di Veltroni, rivolgiamo alcune domande. Ministro, lei ha ascoltato i dati del Rapporto su Roma del Censis. Sembrano portare acqua solo al mulino di Veltroni. Dove finiscono i meriti di Roma e cominciano quelli del Governo? «Ecco, è questo il punto. La capitale ha avuto in questi anni gli aiuti di un governo più attivo di quello degli anni passati, capace di prendere iniziative, di suscitare attenzione dai cittadini dal punto di vista economico e sociale. Direi che in tutto questo il Campidoglio ha avuto un ruolo molto basso. Oserei dire addirittura marginale». Dal rapporto stranamente non è emersa la Roma dei 15mila nomadi e dei 27 campi rom, delle buche stradali che sono disseminate in ogni angolo della città. È sembrato tutto luccicante. «Il rapporto è basato sui risultati economici della capitale, ma questi risultati sono in realtà il frutto di iniziative imprenditoriali che centrano poco con quello che fa il Comune.
Tutte le altre realtà, i servizi effettivi che sono i veri problemi, sono state dimenticate. Ignorate. Roma vive questa realtà di grande sviluppo economico, ne sono contento. Ma Veltroni non deve identificarsi con la città. Bene per Roma, ma il Comune centra poco».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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