Sindaco con pistola rubata: in cella

Mariateresa Conti

da Palermo

Terremoto politico-giudiziario a Roccamena, piccolo Comune in provincia di Palermo al confine con la valle del Belice. Con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa all’alba di ieri è stato arrestato il sindaco, Salvatore Gambino, che a parere degli inquirenti avrebbe amministrato e gestito i principali appalti in combutta con il capomafia storico del paese, Bartolomeo Cascio, in manette anche lui insieme con due imprenditori. Ma non solo. Già, perché dopo l'arresto del primo cittadino, procedendo alle perquisizioni di routine, i carabinieri hanno trovato, nel cassetto dello studio del sindaco a Palazzo di città, una pistola. Non una pistola regolarmente denunciata ma una Beretta rubata tempo fa a Trapani. Un ritrovamento, quello dell'arma, che ha sorpreso non poco gli stessi militari, e del quale il primo cittadino di Roccamena dovrà rendere conto a parte, in un procedimento per direttissima aperto dalla Procura di Termini Imerese.
Il blitz è stato messo a segno dai carabinieri di Corleone, nell’ambito di una complessa inchiesta che va avanti dal 2003 e che è condotta dalla Procura di Palermo. Oltre al sindaco Gambino sono stati arrestati Bartolomeo Cascio, ritenuto dagli inquirenti fedelissimo dei corleonesi, già processato per mafia e coinvolto pure nell'omicidio a Ficuzza del colonnello dei carabinieri Giuseppe Russo, e due imprenditori, Leonardo e Franco Salvatore Diesi, padre e figlio. A Leonardo Diesi è stato contestato anche il reato di turbativa d'asta, per una intimidazione ad una ditta concorrente per l'appalto legato alla manutenzione della discarica di un paese vicino, Bisacquino. Una ventina inoltre, globalmente, gli indagati coinvolti nell'inchiesta. Cascio e i Diesi, secondo l'accusa, avrebbero avuto in mano la gestione dei principali appalti, primi tra tutti quelli «infiniti» legati alla ricostruzione dopo il terremoto del '68 nel Belice. E da loro si sarebbe lasciato condizionare non poco anche il sindaco Gambino, eletto nel 2003 con i centristi. L'Udc, indicato come il partito di appartenenza del primo cittadino, ha smentito, per bocca del suo segretario provinciale Salvatore Cianciolo, che il sindaco Gambino risulti iscritto al partito. Anzi, a Roccamena, almeno stando all'ultimo tesseramento, non ci sarebbe alcun iscritto all'Udc.
A stupire non poco gli inquirenti, il ritrovamento della pistola, in un cassetto dello studio tra carte e delibere. «Della pistola - sottolinea il difensore di Gambino, l’avvocato Salvino Caputo - non c'è traccia in questa contestazione, perché l'arma è stata trovata in un momento successivo. Quanto al resto, le accuse mi sembrano abbastanza generiche, insufficienti comunque per giustificare un provvedimento di custodia cautelare. Sono certo che il sindaco Gambino saprà chiarire la propria posizione».
Nell’ordinanza di custodia cautelare gli inquirenti delineano uno scenario inquietante, quello di un paese, Roccamena, in mano a Cosa nostra.

Tra gli episodi citati, l'abbattimento, con una ruspa, della casa del leader locale dei Ds ed ex sindaco di Roccamena Salvatore Ciaccio. L'attentato, però, non sarebbe contestato al sindaco arrestato, se ne parla in relazione ad un’intercettazione acquisita agli atti.

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