Politica

La sindrome della separazione donne bulimiche di sesso e tv

Daniela Uva

Consumo sfrenato di tv o un rapporto particolarmente disinibito con l’altro sesso. Sono le tipiche reazioni delle donne separate. Almeno secondo lo studio condotto dall’associazione «Donne e qualità della vita» su un campione di mille persone.
Le giovani donne separate o divorziate si rifugiano nell’intrattenimento offerto dal piccolo schermo - per circa quattro ore al giorno in media - o, reazione opposta, coltivano nuovi rapporti, specialmente con gli uomini. Nonostante il trauma, il sesso debole si conferma pieno di risorse. Nella maggior parte dei casi, infatti, la separazione viene superata abbastanza facilmente. Il 50% delle intervistate ha ammesso di essere completamente uscito dalla crisi e di averlo fatto in modo indolore. Il 17% ha addirittura confessato di aver colto l’occasione per dare una svolta decisiva alla propria vita. Solo il 20% è caduto in depressione.
La ricetta per evitare dolorosi strascichi è abbastanza semplice. Basta crearsi nuovi interessi. Quello più gettonato è il lavoro, nel quale hanno dichiarato di essersi buttate a capofitto il 34% delle intervistate. Ma anche la cura dei figli o il rapporto con i familiari rappresentano un rifugio. Molte hanno scelto di dedicarsi al volontariato (17%) o hanno preferito impegnarsi in una nuova unione (12%). Sono circa due milioni e mezzo, in Italia, le donne separate o divorziate. Di queste la maggior parte - il 31,7% - ha scelto la via della separazione legale. Il 30%, invece, è arrivato al divorzio, oltre il 26% risulta separato di fatto. Si tratta di persone giovani - l’età media è dai 30 ai 50 anni - che risiedono in gran parte fra Trentino Alto Adige, Lazio, Campania, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta. Nonostante il quadro apparentemente positivo, i sessuologi avvertono che sono molti i pericoli per chi subisce la separazione dal coniuge. Alcune donne si chiudono in se stesse, rifugiandosi nella televisione, passatempo preferito del 40% delle signore. Altre, al contrario, compensano la mancanza di affetto da parte del partner con un rapporto addirittura bulimico con il sesso. «L’indigestione di televisione - spiega Emmanuele Jannini, docente di sessuologia clinica dell’Università dell’Aquila - è caratteristica di quelle donne che vivono una sorta di anoressia sessuale, conseguente alla separazione. È una vera e propria bulimia televisiva». Le donne che, invece, non rifuggono gli uomini, sviluppano con loro un rapporto spesso molto disinibito. Il 60% ha ammesso di non avere una relazione stabile preferendo, al contrario, rapporti occasionali. «Dopo la separazione - conferma Serenella Salomoni, presidente dell’associazione - le donne si sentono libere e la loro vita sessuale diventa più intensa». Lo dimostra anche l’importanza che assume la cura della propria persona. Che si traduce in lunghe sedute di fitness e intere giornate a fare shopping. Magari nella speranza di trovare presto un sostituto. Perché, a dispetto dell’apparente bisogno di libertà, le donne separate non disdegnano l’idea di ricostruire una famiglia. Un quarto delle intervistate ha confessato che si risposerebbe. Ma non con l’uomo della porta accanto. Meglio un divo della tv.

Nella top five delle preferenze, Massimo Giletti, Michele Cocuzza, Carlo Conti, Amadeus e Sandro Piccinini.

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