Siniscalco deluso da Bruxelles «Sui conti non siamo d’accordo»

da Roma

Nessun accordo sui conti pubblici italiani, nell’incontro di ieri a Lussemburgo, fra il ministro dell’Economia Domenico Siniscalco e l’eurocommissario agli Affari economici Joaquin Almunia. È lo stesso Siniscalco ad annunciare il nulla di fatto: con Almunia «permangono punti di divergenza tecnica non tanto sulle cifre quanto su come interpretare i numeri», spiega il ministro poco prima di fare il suo ingresso alla riunione dell’Eurogruppo.
Fra Commissione europea e governo italiano non mancano anche i punti d’intesa, come la necessità di chiudere subito il capitolo Eurostat (che deve pronunciarsi su alcune discrepanze statistiche). Inoltre, Roma e Bruxelles condividono l’idea che il «caso Italia» debba essere esaminato alla luce delle nuove interpretazioni, più flessibili, del Patto di stabilità. In serata Almunia è arrivato a dire che «con Siniscalco siamo d’accordo sul 90% delle questioni discusse». Ma evidentemente questo non basta: «Di come vanno letti i numeri - osserva Siniscalco - si continuerà a discutere nelle prossime settimane, in modo da pervenire a una soluzione condivisa».
Oggi Almunia proporrà al plenum della Commissione europea l’apertura di una procedura per deficit eccessivo a carico dell’Italia. Lo farà sulla base dei dati del disavanzo 2003 e 2004 (3,1% in base a Eurostat), e della previsione di un deficit 2005 del 3,6%, che potrebbe salire, a politiche invariate, al 4,6% nel 2006. Queste sono le stime della Commissione, emerse nel Rapporto di primavera sull’andamento dell’economia e delle finanze pubbliche nei Paesi dell’area euro. Secondo Almunia, l’eccesso di disavanzo non è legato all’andamento dell’economia, visto che «la situazione di bassa crescita non può essere considerata eccezionale». Né il disavanzo sarebbe temporaneo, dato che «è previsto in aumento». Infine, resta «molto elevato» il rapporto debito-Pil, che negli ultimi anni non è diminuito «a ritmo soddisfacente».
L’analisi della Commissione non è condivisa dal ministro dell’Economia. Non terrebbe conto del processo di risanamento strutturale dei conti, e della rinuncia alle una tantum. In effetti, ieri notte, Almunia ha riconosciuto che «In Italia c’è un miglioramento grazie alla riforma del mercato del lavoro». «Nelle prossime settimane - dice Siniscalco - continueremo il confronto: l’importante è discutere, con l’obiettivo di pervenire a una soluzione condivisa». La Commissione esaminerà oggi la questione della procedura per deficit eccessivo nei confronti del nostro Paese con «serenità», assicura il commissario italiano Franco Frattini. «L’unica preoccupazione, se venisse approvata la procedura, sarebbe quella di dimostrare di poter uscire dal tunnel in tempi brevi», aggiunge Frattini.
Nella riunione serale dei ministri finanziari dell’Eurogruppo (i 12 Paesi a moneta unica), molti gli argomenti sul tavolo: l’andamento delle finanze pubbliche in numerosi Paesi dell’area (Germania, Austria, Italia, Olanda, Portogallo, Grecia), il rallentamento dell’economia europea negli ultimi mesi, le ripercussioni dei referendum sull’euro. Qualche segnale importante giunge, intanto, da Francoforte.

Il capo economista della Banca centrale europea, Otmar Issing, ventila la possibilità di una riduzione dei tassi d’interesse, fermi da due anni. «Tagliare sarebbe una buona idea. Spero che sia possibile per la Bce prendere una simile decisione, e che Issing non sia solo», commenta il ministro delle Finanze belga Didier Reynders.

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