«Sinistra anti-italiana, così il turismo va ko»

Ministro Michela Brambilla, lei a Genova a sostenere il made in Italy al salone della Fiera nautica, gli altri in piazza per demolire l’immagine democratica del nostro paese. Non si sente a disagio?
«No, per niente. Sono orgogliosa delle nostre eccellenze. Le aziende italiane, per esempio, costruiscono la metà dei panfili che viaggiano nei mari di tutto il mondo, seguite molto a distanza solo dagli Usa. Anche gli stranieri che vengono a comprare i nostri prodotti sono ben consapevoli che il nostro è un paese libero. È la sinistra a strumentalizzare certa stampa per fare lotta politica e non per fare informazione. Una distorsione che all’estero sarebbe considerata illegittima. E le bandiere del Pd, dell’Idv e della Cgil che ieri campeggiavano alla manifestazione organizzata dai rappresentanti della stampa per rivendicare la propria libertà rendono evidente questa ipocrisia».
Lei disapprova la platea di Roma.
«Quella manifestazione è ridicola, patetica. Si usa il potere dell’informazione per le scalate politiche ma è ben triste che la bandiera di certa sinistra sia diventata Patrizia D’Addario che ha soppiantato icone come Gramsci, Togliatti e Berlinguer».
Ma che danni d’immagine possono arrecare al nostro paese queste manifestazioni?
«Secondo me la gente è in grado di distinguere il vero dal falso. Come ministro del Turismo ma anche come italiana che ama il proprio paese, io valorizzo e tutelo il nostro made in Italy e la nostra immagine nel mondo, a differenza di certi esponenti della sinistra che, per cercare di screditarla, sono addirittura arrivati ad acquistare pagine di giornali esteri per parlare di democrazia a rischio nel nostro paese o altre farneticazioni. Ma non è certo accettabile che, in nome della propria fazione politica, questa sinistra cerchi di distruggere il nostro Belpaese, un bene che è di tutti e che andrebbe invece aiutato ad esprimere le sue enormi potenzialità».
Anche le truffe ai danni dei turisti non aiutano il made in Italy.
«Il numero di truffe a carico dei turisti è enorme. Per esempio, il raggiro del ristorante romano, che ha presentato un conto folle ai turisti giapponesi, ha fatto il giro del mondo in pochi minuti. E così l’Italia viene presentata come il paese dei furbi da cui stare alla larga. Noi sappiamo che i disonesti sono una piccola minoranza, ma i danni si fanno sentire e in modo molto veloce con Internet».
E lei sta a guardare?
«Ho adottato la linea dura, niente sconti a chi fa il furbo. Per esempio, ho dato mandato all’Avvocatura dello Stato di procedere nei confronti del ristorante romano per i danni creati all’immagine nazionale. E poi ho costituito una commissione di vigilanza per indagare sulle distorsioni del nostro settore. Ho un tomo alto come la Treccani che contiene casi di abusi, truffe e disservizi a carico dei turisti su cui indagare. Mi costituirò parte civile ogni volta che si accerteranno le responsabilità».
Ma c’è di peggio di qualche ristorante esoso.
«È vero, basta pensare ad alcuni comuni e regioni del Sud che ledono e distruggono quasi intenzionalmente l’immagine del Paese e del made in Italy».
A chi si riferisce?
«A quelli che non hanno tutelato i loro mari. Io per esempio, ho investito risorse pubbliche per promuovere la Campania e le sue coste. Ho spedito immagini mozzafiato del golfo di Napoli in tutto il mondo».
E ha avuto riscontri?
«Certo, i turisti sono arrivati ma poi se ne sono andati indignati. Sono entrati in acqua e sono scappati. Mi hanno inondato di mail di protesta: hanno trovato il mare in condizioni pietose. Se Bassolino e la Iervolino si fossero occupati di scarichi abusivi e depuratori fuori uso questo disastro non sarebbe avvenuto. Sono 15 anni che governa la sinistra e i suoi rappresentati locali hanno screditato a livello internazionale una delle zone più belle d’Italia».
Dunque il turismo quest’anno ha fatto flop?
«No, assolutamente. Abbiamo tenuto alla grande. Il mare rimane il nostro primo prodotto. L’industria del turismo ha chiuso i primi otto mesi dell’anno solo con un meno quattro rispetto al bilancio del 2008, nonostante la crisi a livello internazionale. Però abbiamo delle realtà come gli ostelli, gli agriturismi e le seconde case che non sono rilevabili. Non esiste uno strumento di ricerca statistica. Ma la realtà extra ricettiva vale oggi più di metà del turismo nazionale e, per questo, ho dato avvio alle procedure necessarie per cominciare a monitorarla con certezza».
E gli stranieri sono arrivati?
«L’Italia è amata e ricercata e i tentativi di rovinarne l’immagine sono falliti. Infatti, mentre l’Organizzazione mondiale del turismo, ha stimato un -6 di presenze straniere a causa della recessione, il nostro calo si è fermato al 2%. Un risultato eccellente».


I dati parlano di tenuta del settore turistico. Ma il rilancio è stato bloccato a causa della recessione. Quali misure adotterà per la prossima stagione?
«Strategie, investimenti e infrastrutture. Senza uno di questi tre elementi il turismo non potrà decollare».

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