da Roma
Lincidente in Slovenia è «chiuso», assicura il governo. Ma lallarme radioattività, pur rientrato nel giro di 24 ore, ha ridato fuoco alle polveri della polemica antinucleare.
È soprattutto la sinistra a cavalcarlo, mentre il Pd usa toni assai più prudenti e soft. Anche se il ministro ombra per lAmbiente, Ermete Realacci, chiede al governo Berlusconi di «ripensarci» perché la scelta nucleare «non funziona ed è sbagliata», come dimostrerebbe il fatto che «gli Stati Uniti lhanno ormai abbandonata e la costruzione degli Epr in Francia sta rallentando molto».
La perdita di liquido dalla centrale di Krsko, a un centinaio di chilometri dal confine italiano e da Trieste, ridà fiato ai verdi, piombati dopo la sconfitta elettorale in un totale silenzio, e al resto della Sinistra arcobaleno. Che ora, grazie allatomo, mette in cantiere «un nuovo ciclo di lotte ambientaliste», come annuncia lesponente di Rifondazione Alfio Nicotra, perché «la sinistra deve scuotersi dalla batosta elettorale e ricominciare ad animare lopposizione alle scelte sbagliate che Berlusconi e Marcegaglia vogliono imporre al paese». Il primo appuntamento è per il 7 giugno a Milano, alla marcia nazionale per il clima, che servirà a proclamare che «la proposta di Scajola di riesumare il nucleare è semplicemente inaccettabile». Alfiero Grandi, ex sottosegretario di Sinistra democratica, promette un nuovo referendum antinucleare mentre dal Pdci la ex capogruppo Emanuela Palermi denuncia gli «interessi miliardari» che stanno dietro il nucleare. «Per questo - spiega - il governo Berlusconi non si ferma neanche di fronte allincidente avvenuto in Slovenia».
Al fronte No Nuke, annusando un terreno non troppo presidiato dal Pd, si aggrega entusiasticamente anche Antonio Di Pietro.
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