Nella Milano di Pisapia c’è un solo ladro. Uno solo. Quello che lui stesso ha bloccato e consegnato alla polizia domenica l’altra con gran clamore del suo staff elettorale. Ne è convinto lui e ne è ancor più convinto il suo mentore Nichi Vendola. «Milano in questi giorni - pontifica dall’alto del suo orecchino - sembra un set cinematografico. Girano per la città tante comparse pagate, finti zingari ubriachi, finti ragazzi dei centri sociali che molestano i viaggiatori nel metrò, finti tossicodipendenti, finti violenti». Avete capito bene. Zingari, ragazzi dei centri sociali che molestano, tossicodipendenti e violenti sono solo «comparse» pagate dalla Moratti. Piuttosto grave come accusa.
L’unico a non essere una comparsa, quindi, era lo sventurato che voleva rapinare una signora proprio mentre il candidato sindaco passava da via Monti. Mica periferia, che da quelle parti Pisapia ci passa poco. Giusto di questi tempi per far vedere quanto tenga a Lorenteggio e Quarto Oggiaro. Un piccolo episodio di cronaca, la rapina all’anziana in pieno giorno e in pieno centro, che lo avrebbe potuto far riflettere. Magari convincendolo a rivedere quel programma che vuol togliere ai «ghisa» le competenze sulla sicurezza. Basta «vigili di quartiere» voluti dalla Moratti per far sentire più tranquilli negozianti e residenti. Niente. Pisapia da quell’orecchio non ci sente. I vigili serviranno solo a far circolare il traffico (cosa che peraltro già fanno) e a dar multe. Che, quindi, aumenteranno perché quelli qualcosa dovranno pur fare tutto il giorno. Niente sicurezza. Che non fa per niente progressista. Poco «forza gentile» e nemmeno vento nuovo sulla città. Perché nella Milano da Mulino bianco di Pisapia, non ci sono ladri né rapine, via Padova è un «meraviglioso laboratorio culturale» e per risolvere il problema dei rom basta offrire loro una vecchia cascina da ristrutturare o uno spazio dove «autocostruirsi» una casa. E loro prenderanno malta e cazzuola per tirarla su, manderanno i figli a scuola e non più a chiedere l’elemosina o a prostituirsi. Invece di vivere di espedienti, si troveranno un bel lavoro in banca. Ma sindaco Moratti, perché non ci ha pensato prima? Era così difficile sistemare quegli 8mila zingari (son dati ufficiali) che fino a qualche anno fa vagavano per la provincia? C’era bisogno di metter su il campo di Triboniano? Bastava dirglielo. Costruitevi una casa. E loro se la sarebbero costruita. Tanta fatica per convincerne 8.500 a lasciare Milano, magari aiutandoli con dei contributi per farli tornare in Romania e lì ricostruirsi una vita. Di certo più dignitosa? Ma quelle sono solo comparse. Come gli irregolari che vagano in Centrale, tenuti a bada a fatica da pattuglie delle forze dell’ordine.
Cattivoni voi del centrodestra. Agitate le paure di chi, invece di vivere in piazza San Babila o in una casa low cost graziosamente concessa dal Trivulzio, preferisce abitare proprio davanti al Triboniano. E per colpa vostra ha messo le sbarre alle finestre dopo l’ennesima rapina in casa. Fobie anche quelle dei commercianti. Che sarà mai se a ogni Primo maggio o corteo dei no-global si trovano le vetrine spaccate, i muri imbrattati e sono costretti a tirar giù la serranda perdendo l’incasso? Son ragazzi.
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