La sinistra alla guerra dei media

Lo conosco, ho il suo numero di telefono, abbiamo lavorato insieme: professionista scrupoloso, verifica sempre le notizie. A differenza di qualcun altro

da Milano

Qui finisce che qualcuno perde la pazienza e va scriverlo sui cartelli stradali: Barigazzi c'è. Sì, Jacopo Barigazzi esiste, fisicamente, in senso biologico, c’è proprio in carne ed ossa. E ha anche un volto (vedere foto a fianco). Non si manifesta solo telefonicamente, cosa che per Colombo non vale ancora come prova sufficiente di esistenza se c’è di mezzo Berlusconi, ma ha anche un indirizzo di residenza (a Milano), un numero di telefono, un’età anagrafica (è nato il 29 luglio 1970), degli amici (ha una pagina su Facebook), un lavoro. Insomma una vita reale. Lo (ri)chiamiamo mentre è in redazione all’AdnKronos, e ha appena letto con spasso la dimostrazione colombiana della sua inesistenza. Chissà quante volte si sarà toccato in questi giorni, il corrispondente italiano di Newsweek, mentre leggeva le investigazioni ontologiche di Furio Colombo sulla sua persona. Il cronista però non commenta perchè questa è la policy del quartier generale di Newsweek sulla vicenda (ma oggi dovrebbero diffondere un comunicato ufficiale). Certo quello che abbiamo visto può essere un’altra persona, un finto Jacopo Barigazzi, uno 007 di Palazzo Chigi, il nipote di Bonaiuti travestito da cronista. Ma questo non è giornalismo, è un racconto di Philip Dick, una commedia di Pirandello.
Per ottenere tutte queste informazioni sul «corrispondente fantasma» del settimanale americano, di cui Colombo non è riuscito a sapere nulla nemmeno sentendo l’ufficio di Parigi di Newsweek, ci siamo valsi di uno strumento investigativo molto riservato, roba da servizi segreti: l’albo dei giornalisti della Lombardia (2005). Lì ci sono i dati anagrafici di Barigazzi (Jacopo Giovanni), giornalista professionista iscritto all’albo nel 2003. Ma forse nemmeno questa è una prova definitiva della sua esistenza, o meglio, della «quasi esistenza» di Barigazzi, nuova categoria esistenziale scoperta dall’editorialista dell’Unità. Anche i lettori di Dagospia hanno provato a convincerlo, inviando al sito di D’Agostino il curriculum di Barigazzi pubblicato su Linkedin. A questo punto forse bisognerebbe fare davvero come suggerisce uno dei colleghi che hanno creato ieri su internet il gruppo «Jacopo Barigazzi exists!», tipo testimoni di Geova. Bisognerebbe promuovere un incontro tra i due, tra Barigazzi e Colombo, farglielo toccare. In un bar, davanti alla sede dell’Unità, dove vuole Colombo, Barigazzi è disponibile a manifestarsi. L’ostensione di Barigazzi.
Il fantasma Barigazzi si è laureato all’Università di Milano, ha lavorato per la Reuters, per Cnbc Europe, ha fatto un Master di giornalismo a Londra. C’è tutto su internet, basta poco.

Ha intervistato Berlusconi nel 2006, Prodi nel 2005. Ma che importa. Come insegna un vecchio giornalista della Columbia University, nel post-giornalismo i fatti non contano più, se disturbano le opinioni. Sì, quel giornalista è Furio Colombo.

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