Caro Lussana, meno di 48 ore fa tre esponenti della comunità cristiana in Indonesia sono stati fucilati.
Era stata in precedenza relegata in secondo piano la notizia che erano sotto processo con l'improbabile accusa di aver fomentato disordini infra-religiosi.
Ma nessun girotondino a senso unico, pacifista politicamente corretto, nessunotocchicaino di professione, è sceso in piazza con il clamore con cui in passato è stato fatto per altre esecuzioni capitali. E anche certo associazionismo cattolico è stato latitante. Forse perché erano cristiani?
Si arriva addirittura a rimproverare il Papa di avere «imprudentemente» sollevato il problema di differenti radici storiche del Cristianesimo e dell'Islam. Ed è giusto, dicono, costruire qui da noi le loro moschee, perchè noi siamo tolleranti (ma quante sono le Chiese cattoliche ad esempio a Teheran?).
Ma nessuno s'indigna di fronte ai cattolici perseguitati quotidianamente nel Mondo, a quanto accade nei Paesi musulmani per i cristiani, ai resoconti agghiaccianti sulla libertà religiosa che pubblica periodicamente la lodevole Opera di diritto pontificio Aiuto alla Chiesa che soffre.
Abbiamo il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando che guida delegazioni ufficiali in Cina per rafforzare i legami economici con quel Paese, seguito dopo pochi giorni addirittura dal premier Romano Prodi per viaggi istituzionali dalle stesse finalità commerciali.
Proprio in Cina, dove i cattolici sono perseguitati, incarcerati, discriminati, criminalizzata.
Pecunia non olet, dicevano i latini. Ma la coscienza ipocrita ed il silenzio complice di certa classe dirigente verso queste assurde discriminazioni emana un odore davvero maleodorante.
Con stima e cordialità.
Roberto Martinelli
Genova
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