Tre soluzioni. «O si toglie dalla testa di portare al massimo le tasse sulla casa, o si trova unaltra maggioranza, o se ne va a casa». Il soggetto è la sindaco Marta Vincenzi. A lanciare lultimatum è Francesco De Simone, segretario provinciale dellItalia dei Valori, che ieri ha ribadito il suo «no» secco a votare il bilancio del Comune. «Aspettiamo le riflessioni notturne e diurne della sindaco e vedremo - ha confermato a nome del più importante alleato del Pd -. Io non mando allo sbaraglio i miei assessori e i miei consiglieri. Il voto contrario è anche dovuto l fatto che conti non ce ne ha presentati. Non votiamo nulla in bianco».
Accuse pesantissime, che azzerano la possibilità di un aumento dellImu, la nuova tassa sulla casa voluta dal governo Monti. Vincenzi e compagni volevano portarla al 5 per mille per le prime case (rispetto al 4 previsto) e addirittura dal 7,6 al 10,6 per mille, usando laumento massimo del 3%, senza possibilità di detrazione e senza agevolazioni, per le seconde case. Un massacro per i genovesi come ultimo «regalo» dopo essere stata pesantemente bocciata persino dai suoi alle primarie. Il fatto è che se oggi non si voterà il bilancio, questo dovrà essere approvato dal nuovo sindaco, chiunque sia, entro 15 giorni dalla sua elezione. Che sotto questa voglia di arrivare allo scontro con gli alleati ci sia uno «scherzetto» preparato dalla sindaco al «suo» Pd per il trattamento ricevuto, ed eventualmente anche al suo successore. Uno dei candidati a rilevare Marta Vincenzi, invita a riflettere sulla reale portata di questo terremoto nel centrosinistra.
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