Antonio Signorini
nostro inviato a Bologna
Lunico luogo dove non sono entrate le polemiche è stata la chiesa di San Martino, dove la moglie Marina Orlandi e i figli hanno fatto celebrare una messa in suffragio di Marco Biagi. Una funzione privata, ma aperta ai cittadini bolognesi e agli amici del giuslavorista assassinato dalle Brigate rosse, che hanno risposto stringendosi con affetto e compostezza alla famiglia. Gomito a gomito, nei primi banchi davanti allaltare personalità politiche di colori diversi come il candidato premier dellUnione Romano Prodi, che abita poco distante, e il sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi, che era amico di Biagi e che con lui ha collaborato al dicastero di via Veneto. Più tardi è arrivato anche lex ministro Tiziano Treu. Presente anche il presidente dellEnel Piero Gnudi e diverse autorità locali come il questore, il prefetto e anche il vicesindaco Adriana Scaramuzzino. Ma proprio lamministrazione comunale è stata al centro di una polemica che ha superato i confini di Bologna finendo per investire la politica nazionale, portando scompiglio nel centrosinistra.
Nella bufera ancora una volta Sergio Cofferati. La sua giunta che ha deciso di anticipare di un giorno la commemorazione per «lasciare alla famiglia» il 19 marzo, giorno in cui ricorre lassassinio di Biagi. Una scelta criticata da molti, anche dentro lUnione, tanto che le uniche corone di fiori a essere state deposte sabato in piazzetta Biagi sono state quelle del comune, della provincia di Bologna, della regione Emilia Romangna e della Cgil. Il resto della città e la quasi totalità delle forze politiche hanno preferito commemorare Biagi domenica. Oltre alla messa della famiglia e alla tradizionale «staffetta simbolica in bicicletta» di amici ed ex allievi, i partiti hanno ricordato lautore del Libro bianco in ordine sparso.
Udc, An e Forza Italia hanno depositato corone. I socialisti di centrodestra che si riconoscono nella Giovane Italia di Stefania Craxi e i «cugini» della Rosa nel Pugno con due manifestazioni che si sono tenute a poche centinaia di metri di distanza. Tutti avrebbero preferito ununica grande celebrazione a Palazzo DAccursio, ma lamministrazione comunale non ha ceduto. E così, anche ieri, il segretario dello Sdi Enrico Boselli ha rinnovato la critica a Cofferati dicendo di ritenere «un errore» lanticipo di un giorno «perché luccisione di Biagi va ricordata nel giorno in cui è avvenuta». Stefania Craxi ha accomunato suo padre Bettino al padre della legge sul lavoro: «Ha peccato di riformismo e ha pagato con la vita, come altri riformisti». Lamministrazione comunale è stata accusata anche di aver cancellato il Premio Biagi istituito dallex primo cittadino di Bologna, Guazzaloca. E nel dibattito è rientrata anche la riforma del lavoro, che Cofferati, quando era segretario della Cgil, ha combattuto e che ora la sinistra vuole parzialmente cancellare. Giuliano Cazzola, esperto di previdenza e amico di Biagi, ha denunciato «un tentativo di separare Marco dalla legge che porta il suo nome. Secondo una parte della sinistra che vive con imbarazzo la demonizzazione di un socialista, martirizzato dalla Br, Biagi sarebbe lautore del Libro bianco, ma non della legge, che nei documenti della Cgil e dellUnione viene definita come legge 30 o addirittura come legge Maroni. Basterebbe mettere a confronto il testo del disegno di legge presentato nel novembre del 2001, quando Biagi era ancora in vita, e quello della legge approvata dal Parlamento per constatare la sostanziale corrispondenza tra i due testi».
La tesi della legge che non rispetta il pensiero di Biagi ieri è stata ribadita dal leader della Margherita Francesco Rutelli, mentre i Comunisti italiani, con leurodeputato Marco Rizzo, hanno approfittato per chiedere di nuovo allUnione la cancellazione totale della riforma e non una sua modifica, come previsto dal programma.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.