La rivincita è arrivata in contemporanea alla sconfitta: mentre ancora era in corso lo spoglio delle schede che sancivano l’ennesima prova del distacco tra gli italiani e quella cosa ancora informe, indistinta, non chiarita che è l’eredità del Partito comunista, la sinistra ha ribadito la propria superiorità culturale, intellettuale, etica e morale prendendo a sberle il mondo dei buzzurri berlusconizzati che si nutrono di gossip, di apparenza, di tv spazzatura. Punching ball del Paese sano, erudito e de sinistra è stato Alfonso Signorini, direttore di Chi e di Sorrisi e Canzoni Tv, preso a sberloni da Gad Lerner e da alcuni illuminati durante L’infedele dell’altra sera, su La7. La puntata aveva per tema «Perché siamo tutti vanitosi?» e Signorini, che è una persona spiritosa ma forse anche un po’ troppo candida, aveva accettato l’invito credendo - ma pensa un po’ - che il tema fosse proprio quello: perché siamo tutti vanitosi. Invece s’è capito subito che quel «tutti» non era proprio un «tutti»: Gad Lerner già dall’introduzione ha fatto intendere dove si stava andando a parare rivendicando il proprio snobismo, che «contrasta oggi con il gusto di un’esibizione forte», la quale ostenta «fortuna, capacità seduttive e perfino ricchezza a più non posso come strumento di consenso e formazione del potere». Chissà a chi alludeva.
Rapida presentazione degli ospiti: Signorini, appunto, e poi Franco Cordero, il professore che scrive dottissimi articoli su Repubblica non cedendo mai al turpiloquio (e infatti non scrive «Berlusconi», scrive «B.»); i filosofi Gianni Vattimo e Laura Bazzicalupo, Maria Laura Rodotà del Corriere della Sera e l’architetto Quirino Conti, che è stato il curatore della «fisicità» (non dell’immagine: della «fisicità») del presidente della Provincia di Milano Filippo Penati del Pd, e che ha vinto puntando sulla «sobrietà».
Si è capito subito, dicevamo, dove si voleva andare a parare. Gad Lerner ha preso in mano un numero di Chi (bello o brutto che sia, è uno dei settimanali più diffusi in Italia) e l’ha fatto girare tra le mani dei suoi ospiti. L’avete mai vista, questa roba qui? Franco Cordero, che è un uomo di un altro livello rispetto agli esibizionisti immortalati da Chi, e infatti era in studio con una giacca a quadri anni Settanta e un paio di scarpe da trekking (indispensabili, in uno studio televisivo) ha giurato: mai visto prima questo giornale, né ne ho mai sentito parlare. E lei, professor Vattimo? «Mah, forse sapevo dell’esistenza, credo di aver visto la pubblicità, ma non l’ho mai maneggiato», ha detto Vattimo, che i giornali non li legge: li maneggia. E lei, professoressa Bazzicalupo? Qualche volta sì, ma solo dalla parrucchiera, comunque non lo compro. Solo Maria Laura Rodotà - quella più con i piedi per terra, c’è parso - ha detto che come no, certo che lo legge, anzi le serve moltissimo per capire come va l’Italia.
Gad Lerner dice che «Signorini è l’ideologo del pensiero dominante, che è la vanità», ma forse è troppo tenero e allora parte un filmato che definisce meglio il direttore di Chi: «Un cortigiano, intellettuale organico gramsciano dell’era Berlusconi», «il tramite ideale tra Berlusconi e l’esteriorità invidiabile del successo», «lo Spin doctor della casa reale». Ma Gad è rassicurante, quando finisce il servizio guarda Signorini e gli dice: «Tutto vogliamo questa sera tranne che farti un processo».
Forse perché il processo è inutile, essendo la sentenza già scritta. Vattimo tira in ballo Luigi XIV e Luigi XVI, «che grazie a Dio è stato ghigliottinato». Cordero fa un pippone di dieci-minuti-dieci su Pascal e La Rochefoucauld, invano si attende una scritta in sovraimpressione: attenzione, guardare solo su prescrizione medica, può indurre sonnolenza. Conti ci spiega che «Berlusconi rappresenta una perfezione mediocre» e avverte: «Siamo dentro una tragedia estetica». Si parla anche di Dagospia e di Cafonal, Vattimo chiarisce: «È l’Italia che vota a destra e fa schifo».
È così: l’Italia che vota centrodestra è l’Italia pessima di Cafonal e di Chi, il cui direttore si toglie però lo sfizio di correggere Lerner che sbaglia una citazione in latino e di gelare la platea con un dato: ogni estate, il record di vendite il suo settimanale di gossip lo fa alle edicole di Capalbio.
Finisce con Gad Lerner che si chiede se «la nostra società è irredimibile», e se mai si sberlusconizzerà. Dopo chissà, forse è seguita una cena al Bolognese, tra compagni che si domandano come mai la sinistra non capisce più questo popolo di idioti che legge Chi dal parrucchiere.
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