SIOR TODERO BRONTOLON L’irresistibile bravura di un vecchio insopportabile

SIOR TODERO BRONTOLON L’irresistibile bravura di un vecchio insopportabile

Basterebbe passare in rassegna gli straordinari e preziosi commenti dei critici che lo scorso anno, in occasione del debutto nazionale al Teatro Goldoni di Venezia, hanno osservato con attenzione lodando meritevolmente, all'unanimità, l'alta qualità dell'allestimento di «Sior Todero Brontolon» di Giuseppe Emiliani; una regia nuova, spiritosa della quale oggi anche il pubblico milanese potrà godere al Teatro Carcano dispensando applausi a un cast all'altezza dove Giulio Bosetti, nei panni del protagonista, affianca Marina Bonfigli.
Anche se si sono ormai consumate le celebrazioni del tricentenario goldoniano torna accattivante più che mai il drammaturgo veneziano torna con la sua comicità inattesa, con la sua trama scoppiettante che respira di grande attualità e di universalità. Carlo Goldoni, nel 1761, prima di partire per la Francia, volendo onorare l'impegno di lasciare un suo ultimo scritto agli attori del Teatro San Luca di Venezia, si mise a capo chino e in fretta e furia partorì un lavoro che con tempo di è rivelato uno dei più clamorosi successi comici del repertorio goldoniano: «Sior Todero Brontolon», commedia intrisa di vis comica, appare come uno spietato specchio della borghesia scrutato con occhio attento e preciso. «È un autentico capolavoro - dichiara Emiliani - dal quale si evince l'astio di Goldoni per una classe che lo ha deluso: è cattivo, violento. Todero è il despota che lo stesso autore definisce come odioso».
Il protagonista, interpretato magistralmente da Giulio Bosetti nella sua antipatia, nel suo essere tirchio e sempre spinto verso il denaro con grande ingenuità, si mette all'opera in occasione del matrimonio della nipote per riconfermare la sua autorità e per mettere al giusto posto certi interessi economici. Con lo sguardo sempre rivolto al denaro, Sior Todero, senza cercare di nascondere la sua vera natura, di muove all'interno della sua casa, una sorta di gabbia, di prigione dove le persone non si incontrano più e non si scambiano affetti, guidato dalla sua testardaggine e dalla sua avarizia.
«Il mio allestimento - continua il regista - è un atto di fedeltà nei confronti dell'autore che in più occasioni ho avuto l'opportunità di approfondire. Del resto, non amo le operazioni nelle quali il regista si sostituisce allo scrittore; io ho cercato la verità dei personaggi che Goldoni non ha lasciato intendere, ma ha palesemente espresso». Ben definiti i profili psicologico-caratteriali, delineati a perfezione i rapporti tra i protagonisti, Emiliani offre allo spettatore una versione realistica dove anche l'impatto visivo della scenografia gioca un ruolo fondamentale. «La casa nella quale si consuma la vicenda è stata attentamente e rigorosamente allestita fedelmente al modello settecentesco».

Un cast di superba maestria che Emiliani ha saputo abilmente plasmare nel rispetto della scrittura goldoniana si muove tra le mura di questa gabbia priva di contatti con l'esterno «dove il patron, simbolo del vecchio e della tradizione non vince la battaglia contro la modernità e la nuova generazione, ma sicuramente non esce sconfitto dalla guerra».
Sior Todero Brontolon
Teatro Carcano
C.so Porta Romana, 63
Fino 2 marzo
Info: tel. 02.55181377

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