La Siria bombarda anche il ponte da dove fuggono i civili

La violenta repressione delle proteste da parte del regime siriano colpisce anche gli sfollati in fuga. E in particolare nei confronti di coloro che fuggono nel vicino Libano. L’ambasciatore di Damasco a Beirut, Ali Abdul Karim Ali, aveva chiesto alle autorità del Paese dei cedri massima severità nei controlli lungo i confini per «prevenire il possibile accesso di uomini armati nel paese». «Quello che si sta facendo a oggi - ha aggiunto - è insufficiente». Ieri, invece, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, le forze di sicurezza siriane hanno cominciato a bombardare i punti di accesso al Libano. In particolare è stato colpito ripetutamente il ponte sul fiume Oronte nei pressi della città di Qseir a pochi chilometri dal confine.
Si tratta di una delle principali vie d’accesso da Homs, una delle città maggiormente colpite dalla dura repressione, verso il Libano. Solo negli ultimi due giorni sarebbero duemila le persone che si sono rifugiate in Libano. A quanto riporta la Bbc, i residenti della città libanese settentrionale di Arsal, solo domenica sarebbero state circa 150 le famiglie arrivate dallo stato vicino. L’Onu, inoltre, stima che gli sfollati da marzo siano 70 mila e di questi hanno lasciato il paese almeno in 20 mila. Le destinazioni principali sono, oltre al Libano, la Turchia e la Giordania.

Intanto Erdogan chiede l’apertura di corridoi umanitari, Fillon chiede a Putin di lavorare insieme per un regolamento della tragedia siriana e il governo spagnolo potrebbe chiudere già oggi l’ambasciata a Damasco. E Obama ci ha già messo una croce sopra: Il «dittatore Assad alla fine cadrà».

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