Il sistema «Tutor» rileva le targhe dei trasgressori

(...) le infrazioni ai limiti di velocità rilevate con il Tutor sono state 5.180, con una media di 6,6 l’ora. Ma ultimamente questi numeri si sono moltiplicati. Oggi il Tutor copre 435,8 chilometri di carreggiata, pari al 7,6 per cento della rete di Autostrade per l’Italia, in particolare il 42,8 per cento dei percorsi con tasso di mortalità elevato, superiore a uno ogni 100 milioni di chilometri percorsi».
Tra l’altro nel 2007 è prevista l’installazione del Tutor anche sulla Roma-Napoli, per un totale di 378 chilometri.
Sempre nel periodo intercorso tra il primo settembre e il 14 novembre, il Tutor è stato attivato per 780 ore complessive su 34 posizioni, ed è così che il sistema ha individuato il record di infrazioni stradali in Italia proprio tra Masone e l’allacciamento A26-A10.
Per la cronaca, al secondo posto viene il tratto della A4, postazione di Bergamo, con 1.041 infrazioni in 78 ore, e quello della A14 Faenza-Forlì-Cesena (tre corsie, limite 130 chilometri orari, taratura ad almeno 137) con 947 sanzioni in 79 ore.
In effetti sia in Liguria che nel resto d’Italia esistono percorsi decisamente più virtuosi dove le multe non costituiscono la normalità, ma riguardano, spiegano gli esperti dell’Asaps, «tratti autostradali a due corsie, nei quali il transito di autocarri in sorpasso può avere rallentato le velocità medie. In ogni caso, si tratta di dati del tutto indicativi, da rapportare alle effettive ore di funzionamento e alle soglie di velocità imposte tenuto conto anche del 5 per cento di tolleranza».
Ma chi sono gli emuli di Schumacher le cui prodezze restano impresse, con tanto di targa, nei sensori del sistema Tutor? Nel 70 per cento dei casi i trasgressori erano al volante di auto e moto, nel restante 30 per cento guidavano veicoli industriali. Soltanto 40 i pullman incappati nella rete dei sensori affondati nell’asfalto, ai lati della carreggiata.
Comunque non stupisce affatto che proprio quel tratto di autostrada sia, in pratica, il più rischioso d’Italia. Infatti in quel punto il percorso forma un lungo rettilineo che ben si presta alle fanatiche esibizioni dei pazzi al volante.

Incuranti di limiti e divieti, questi sconsiderati a due o quattro ruote prendono l’autostrada per una specie di pista privata dove possono spingere il proprio veicolo al massimo della velocità raggiungibile. L’elevatissimo numero di incidenti che ne segue è la logica conseguenza di questo stupidissimo modo di fare.

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