Roma

Sit-in di Action in Tribunale

Gli agenti in tenuta antisommossa, questa volta, non sono dovuti intervenire. C’era un po’ di baccano, visto che i manifestanti avevano portato uno stereo e tenevano la musica a tutto volume, e gli striscioni di rito. Ma l’atmosfera era tranquilla, la gente si fermava incuriosita ad osservare quei giovani variopinti che protestavano a piazzale Clodio, la polizia vigilava con distacco.
Erano oltre cinquanta gli attivisti di Action che ieri mattina, nello stesso giorno in cui il Tribunale del riesame doveva pronunciarsi sulle misure cautelari nei confronti di alcuni leader del movimento, si erano dati appuntamento davanti al Tribunale per tenere alta l’attenzione sull’emergenza casa. L’udienza, inizialmente prevista per le 9,30, è stata rinviata alle 14. Due ore di discussione, con il pm che ha ribadito le ragioni degli arresti domiciliari, poi la decisione del giudice Francesco Taurisano di riservarsi la decisione.
Lo slargo di fronte al palazzo di giustizia si è riempito poco a poco di manifestanti, molti gli extracomunitari, inquilini dei palazzi occupati. «Arrestate sfratti e sgomberi, non le lotte sociali», c’era scritto su un grande striscione giallo firmato dalla Rete cittadina contro gli sfratti e gli sgomberi. «È un paradosso che il nostro movimento venga accusato di essere un’associazione a delinquere - commenta Guido Lutrario, uno dei promotori del sit-in dei disobbedienti - e che quando la povera gente difende il diritto alla casa la magistratura intervenga sostenendo chi specula su cemento e mattoni». Al centro della questione l’occupazione di abitazioni da parte del movimento dall’ottobre 2002 ad oggi.
Il Tribunale del riesame deciderà nei prossimi giorni se accogliere o rigettare l’appello del pm Salvatore Vitello circa l’applicazione della misura degli arresti domiciliari nei confronti dei sette attivisti di Action accusati di associazione a delinquere ai fini dell’invasione immobiliare (Nunzio D’Erme, Guido Lutrario, Andrea Alzetta, Luca Blasi, Fabrizio Pagnozzi, Fabrizio Nizzi e Giovanna Cavallo).
«Veniamo accusati di agire fuori dalla legalità - continua Lutrario - ma vorrei ricordare che siamo stati determinanti nell’elaborazione e nella stesura della delibera-quadro oggi (ieri, ndr) in approvazione in consiglio comunale. Anche se il diritto alla casa continua ad essere calpestato».
La stessa scena si ripete nel pomeriggio, sulla piazza del Campidoglio, durante la discussione della delibera sulla casa. Qui gli attivisti sul piede di guerra erano un centinaio. I manifestanti hanno cantato slogan contro gli sfratti e a favore dei redditi sociali. C’era lo stesso striscione esposto la mattina a piazzale Clodio, ma anche altri. «Più case per tutti», recitava uno. «Più case e reddito per tutti», c’era scritto su un altro.

Un piccolo drappello di polizia e carabinieri seguiva a distanza la manifestazione.

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