Lo slalom va fuoripista gli azzurri senza ori

Rocca e Moelgg fuori. Ultima gara in Val’d’Isere: vince Pranger Per l’Italia tante delusioni e due sole medaglie

Lo slalom va fuoripista  
gli azzurri senza ori

È finita, come peggio non si poteva immaginare. Siamo in buona compagnia, ma questo non consola. L'Italia aveva quattro slalomisti da podio nell'ultima gara del mondiale e si ritrova con Patrick Thaler al settimo posto, e nemmeno per meriti suoi («nella prima manche ho fatto schifo, non ero io a portare giù gli sci ma loro a condurre me»), quanto per demeriti altrui. Classifica finale con 17 atleti, a memoria nessuno slalom era mai stato così selettivo. Solo tre dei primi quindici della lista mondiale hanno tagliato il traguardo, si tratta di Manfred Pranger, nuovo campione del mondo che ha portato in Austria l'oro maschile atteso da quindici giorni; Julien Lizeroux, il francese che dopo l'argento in supercombinata si è preso anche quello dello slalom, e infine il giovane svedese Hargin, quinto finale alle spalle anche di Michael Janyk, sorpresa di giornata al bronzo, e Felix Neureuther, che dopo la prima manche era addirittura 15°, staccato di due secondi e mezzo.
Il pendio, ma soprattutto la neve infida hanno causato la strage che ha messo fuori, in ordine di apparizione, Rocca, Herbst, Matt, Hirscher, Miller, Razzoli, Raich, Moelgg, Ligety e Grange, solo per nominare i grandi favoriti della vigilia.
La prima vittima di giornata è stato Giorgio Rocca, numero 2, partito sciando benissimo, passato all'intertempo già nettamente davanti a Grange che aveva l'1 (il suo parziale resterà il terzo assoluto) ma inforcando poco dopo. Un errore? Più che altro un colpo di sfortuna, lo sci destro di Giorgio ha subito una deviazione millimetrica su un piccolo grumo di neve e tanto è bastato a farlo incocciare nella base del palo. Per inforcate sono finiti ko anche Razzoli, nella prima manche, Ligety e Raich nella seconda, ma l'errore più comune ieri è stata la classica scivolata sull'interno, costata la gara a tutti i nomi citati sopra, più a un'altra infinità di atleti meno famosi, ma altrettanto disperati alla fine. Fra loro Moelgg, come sua sorella fortissimo nell'accettare la sconfitta e già con la mente al futuro. Manfred aveva chiuso la prima manche al sesto posto a 97/100 da Pranger, aveva quindi tutte le possibilità di recuperare e di salire sul podio (tanto più dopo quello che è successo!), ma nella seconda non ha nemmeno fatto in tempo a prendere il ritmo, la sua sciata poco sicura di questa stagione ancora una volta l'ha tradito: «Colpa mia, nessuna scusa, ci ho provato, ho sbagliato».
Il suo mondiale è stato un fallimento, al pari di quello della sorella Manuela e purtroppo di tanti altri azzurri, alla fine ci si ritrova con le due medaglie vinte nella prima settimana da Peter Fill, argento in superG, e da Nadia Fanchini, bronzo in discesa. Le gare tecniche che sulla carta vedevano gli azzurri super favoriti per più di un podio si sono concluse con uno zero assoluto, propiziato, va detto, anche da un'abbondante dose di sfortuna.

Con 14 centesimi in meno Denise Karbon avrebbe preso due medaglie, per lei parlare di delusione non si può, dunque, sulla carta però resta un dato, quello che vede l'Italia mestamente ottava nel medagliere finale, alle spalle di Svizzera, sei allori complessivi di cui quattro portati da atleti giovani come Janka e Gut, Austria, che ha salvato la spedizione in extremis, Stati Uniti, grazie a santa Lindsey Vonn, Germania, Canada, Norvegia e Francia.

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