Il Senato ha rinviato al 30 ottobre la decisione sullaumento del 300 per cento dei canoni demaniali. Ma la soluzione, che scongiura solo per questestate la «mazzata» sugli stabilimenti (e conseguentemente il concreto rischio di aumenti sui prezzi di sdraio e ombrelloni), di fatto è solo rinviata. «È un altro passo, che speriamo porti alla cancellazione del provvedimento - spiega Fabrizio Licordari, presidente della Federazione italiana imprese balneari (Fiba) -. Non possiamo vivere con la spada di Damocle sulla testa, senza poter fare programmi e investimenti a causa della totale incertezza sul nostro futuro». Dai balneari arriva un invito al dialogo, per raggiungere un accordo che porti alle casse dello Stato un maggior gettito dai canoni, ma che non provochi il collasso della categoria che sarebbe schiacciata da un aumento insopportabile.
«Il comportamento della Fiba nel corso delle trattative con i rappresentanti del governo - aggiunge Licordari - credo abbia dimostrato la nostra serietà e la nostra buona volontà nella direzione della soluzione della tematica in questione». La proproga a ottobre della decisione ha almeno leffetto di far capire a tutti i Comuni che laumento del 300 per cento non è ancora esigibile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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