Smentita Pierfurby e l’«Opa» sul Pd: «Non punto a essere il nuovo Prodi»

RomaPier Ferdinando Casini non vuole fare il leader del centrosinistra e smentisce di volere diventare un Romano Prodi del terzo millennio. Ieri l’ex presidente della Camera ha fatto di tutto per smentire una sua «Opa» sul centrosinistra, espressione utilizzata dal governatore uscente della Puglia Nichi Vendola, ma condivisa da molti, anche nel centrodestra. Niente Opa ostile, noi vogliamo «costruire qualcosa di nuovo nella politica italiana, perché questo finto bipartitismo» non è più tollerabile. «È in atto - spiega Casini - una singolare campagna di dimenticanza - perché noi sia nel 2008 che nel 2009, siamo andati soli fuori dai due poli. Oggi non vogliamo arruolarci con nessuno dei due schieramenti, ma scegliere in autonomia». Casini cerca poi di tranquillizzare la sinistra, ricordandogli che i «disastri» dei partiti comunisti ed ambientalisti, «li ha scoperti Veltroni».
Sull’altro fronte, quello del Pdl, ieri è stata la giornata dell’intesa tra la candidata del Pdl nel Lazio, Renata Polverini, e l’Unione di centro. Alleanza che il segretario Lorenzo Cesa ha salutato con un distinguo pesante: «Stipuliamo un patto con Renata Polverini e non con i partiti della sua coalizione. Non vogliamo farci intrappolare da nessuno. Questa è la conseguenza della scelta fatta alle ultime elezioni».
Resta sullo sfondo il dibattito sulle riforme. Anche in questo caso la posizione dell’Udc è una apertura, accompagnata da precisazioni. Le riforme con il Pdl? «Io sono per farle e credo che ci convenga accompagnare Berlusconi in questo percorso riformista che ha annunciato e non lasciarlo solo a fare le riforme». Comunque se ne parlerà in estate.

«Non faremo le riforme durante la campagna elettorale per le regionali, ma la campagna elettorale si chiude il 28 marzo, mentre il processo riformista può andare avanti». Casini, inoltre, sottolinea che «Berlusconi ha 100 parlamentari di maggioranza e deve governare. È un bene per il Paese, perché si deve capire che deve finire il tempo delle spallate e delle scorciatoie».

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