«Smog alle stelle per 14 giorni, colpa del traffico»

La Fondazione: «L’ecopass non risolve. Subito blocchi mirati e il ritorno alle targhe alterne»

È di nuovo allarme per le concentrazioni di Pm10 nell’aria di Milano: nell’ultimo mese di rilevamento, la quantità di polveri sottili hanno superato per ben 14 giorni complessivi il limite consentito di 50 microgrammi per metro cubo, con una concentrazione media di 47 microgrammi. A denunciarlo è la Fondazione ChiamaMilano: «Livelli preoccupanti per questo periodo dell’anno - spiega la presidente Milly Moratti -, perché i caloriferi, non sono ancora accesi: significa che l’inquinamento è interamente da addebitarsi al traffico dei veicoli». Secondo le rilevazioni della Fondazione, che ha registrato i livelli di agenti inquinanti fra il 6 settembre e il 9 ottobre con due centraline fisse e una mobile, il periodo peggiore è stato a inizio ottobre, con sei superamenti della soglia in nove giorni e una media di 60,22 microgrammi di Pm 10 al giorno.
«Servono interventi più mirati - continua - come i blocchi del traffico programmati sulla base delle previsioni meteo e il ritorno alle targhe alterne. Il ticket introdotto dal Comune non risolve certo il problema, perché limita il traffico solo nel centro storico e non incide sulla qualità complessiva dell’aria nell'intera area metropolitana».


E mentre il Comune ha installato due centraline, una al Verziere e una in Corso Vittorio Emanuele, i cui dati non vengono diffusi al pubblico e autonome rispetto all’Arpa (l'agenzia della Regione che monitora l'inquinamento), ChiamaMilano ha dato il via alle rilevazioni di altri elementi inquinanti, meno conosciuti e non ancora normati dall'Unione Europea: il Pm 2,5 e gli Ipa (idrocarburi polinucleari aromatici). Il Pm 2,5, più fine del Pm 10, è considerato ancora più nocivo di quest’ultimo perché si deposita direttamente negli alveoli dei polmoni.

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