Smog, l’altra ricetta di Croci: «Caldaie spente 2 ore in più»

L’assessore che ha ideato il ticket: «Non basta agire sul fronte auto»

Smog, l’altra  ricetta di Croci: «Caldaie spente 2 ore in più»

Polveri sottili alle stelle. Ancora ieri le centraline Arpa al Verziere segnavano 102 microgrammi al metro cubo e 109 a Città Studi. Eppure, Milano ha sorpassato più tardi che in passato il limite dei 35 giorni di sforamento concessi dalla Ue. Lo ha ribadito ancora ieri mattina il sindaco Letizia Moratti, mentre al Pirellone si decidevano le sorti del blocco domenicale. I passi avanti sono «segno che il piano di misure strutturali messe in campo dal Comune», leggi Ecopass, «funzionano. Ma siamo pronti a mettere in campo anche misure d’emergenza come il blocco del traffico».

I milanesi, comunque, l’hanno scampato. «Nessuna recriminazione» nei confronti della Regione che non ha accolto la proposta di Palazzo Marino per una domenica di blocco, riferisce l’assessore alla Mobilità Edoardo Croci. Il Pirellone, precisa, ha «la responsabilità di convocare il tavolo sulla qualità dell’aria e di prendere una decisione, sentiti gli enti locali. Se si deciderà di adottare provvedimenti d’emergenza, che hanno più una finalità educativa che un vero impatto sull’inquinamento, resterà la disponibilità del Comune di Milano a partecipare». Per contrastare lo smog sottolinea però Croci, «serve l’impegno di tutti, non solo sul fronte delle auto ma anche del riscaldamento». Ecco perché il Comune invita i cittadini a fare uno sforzo e «limitare l’orario di accensione dei propri impianti a 12 ore al giorno invece delle 14 attuali. Il Comune lo sta già facendo sui propri immobili».

E dopo le critiche dei Verdi sui controlli «fantasma», l’assessore fa presente che Palazzo Marino «compie le ispezioni necessarie per verificare che gli impianti rispettino le leggi sia sul consumo di energia che sulla manutenzione».

I controlli a campione colpiscono «il 15% dei 5mila impianti centralizzati - fa il conto - e il 5% dei 10mila termoautonomi presenti in città». L’anno scorso, le ispezioni hanno rivelato che circa la metà delle caldaie era fuori norma. Sorpresa per i proprietari che si è tradotta in multe dai 50 ai diecimila euro.

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