Sms sul costo di frutta e verdura: il prezzo medio ignora le differenze

Scrivo per manifestare, a nome mio e di tanti colleghi commercianti, il disappunto in merito ai servizi e articoli giornalistici e telegiornalistici sulle segnalazioni via Sms dei prezzi della frutta e verdura. Tutto ciò fa male al settore dell’agroalimentare, creando ulteriore confusione nel consumatore.
Come si può generalizzare il tutto con una telefonata? Prima di fornire un «costo medio» si dovrebbe specificare che ci sono almeno 10 tipologie di pomodoro, 15 di mele, 20 di arance, ecc. e che per ciascuna tipologia esiste la 1ª, la 2ª e la 3ª qualità, nonché lo scarto. Inoltre il prezzo è motivato soprattutto dalla freschezza e dalla provenienza.

Con che criterio la persona che ha ricevuto l’Sms può valutare correttamente il prezzo di vendita?
Con che criterio si fa intervenire il controllo della Guardia di finanza? Per esempio, perché non si inviano Sms con il prezzo medio di una camera d’albergo? Certamente perché esistono alberghi da zero a cinque stelle! Si può fare un costo medio di una macchina? Sicuramente no! Lo stesso discorso vale quindi per frutta e verdura.

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