Società virile

Caro Pasquale Squitieri, il troppo è troppo ed è a malincuore che tocca criticarti severamente: anche se ciò finisse per difendere indirettamente uno come Antonio Di Pietro. Martedì scorso, su Odeon Tv, agitavi una penna, avevi la camicia con due bottoni slacciati e ti sei scagliato contro Di Pietro con una violenza incredibile. Tue parole testuali: «Ma conoscete la storia di quest’uomo? Quando dicevo il deodorante: lo dicevo perché lui c’ha una puzza di morte intorno, un sudore carcerario, una stagione di distruzione della dignità umana, di distruzione dell’individuo; leggetevi la lettera di Gabriele Cagliari quando scrive “ti trattano veramente come non-persone, come cani ricacciati ogni volta nel canile”: questo è il signor Di Pietro che oggi siede in Parlamento, dopo un talk show che è costato la vita a 45 persone, che è costato 1350 arresti, il crollo della classe politica italiana, il crollo della lira a livelli mai visti: tutto quello che stiamo passando è dovuto alla buffonata tragica di Mani pulite. Avete voluto giocare a fare i Robespierre, a fare i giacobini, avete massacrato il Paese e adesso sedete ancora in Parlamento». Di Pietro: «Posso risponderle?». Squitieri: «No».

Ecco: sia Pasquale Squitieri che i nostri lettori sanno bene come la pensiamo su Di Pietro. Ma in televisione, come nella società civile, ci sono dei limiti che non devono e che non possono essere superati: mai (mai) presentarsi con due bottoni della camicia slacciati.

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