Società

L’uso dei social e i rischi per la salute mentale dei minori

La pandemia ha aumentato l'uso dei social media da parte dei minori. È dunque importante essere al corrente dei rischi che corrono su di essi, sia dal punto di vista della loro salute mentale che dal punto di vista del fenomeno di cyberbullismo e stalking

L’uso dei social e i rischi per la salute mentale dei minori

L’incremento vertiginoso dell’uso dei social durante i lockdown ha portato con sé una crescita allarmante dei disturbi neuropsichiatrici, in particolare negli adolescenti e nei bambini. La loro salute mentale è stata messa a dura prova negli ultimi tre anni, come documentano alcuni recenti studi pubblicati dal Pew Research Center e dall’Italian Journal of Pediatrics. Sono cresciuti dell’83,1% gli accessi ai pronto soccorso di bambini (anche sotto i 5 anni) per patologie di interesse neuropsichiatrico. Non si tratta di sintomi da sottovalutare: si va dall’ansia alla depressione, dai disturbi della condotta alimentare all’ideazione suicidiaria, dai disturbi del sonno ai problemi legati alla sfera sessuale. Cresce anche la cosiddetta nomofobia, vale a dire la paura di sentirsi sconnessi dal mondo digitale, cioè il disagio di non avere un dispositivo mobile in un determinato momento.

Crescono cyberbullismo e stalking

In Italia l’ultimo Rapporto Censis documenta che tra i giovani dai 14 ai 29 anni il 92,3% utilizza WhatsApp, l’82,7% YouTube, il 76,5% Instagram, il 65,7% Facebook, il 53,5% Amazon, il 41,8% le piattaforme per le videoconferenze, il 36,8% Spotify, il 34,5% TikTok, il 32,9% Telegram, il 24,2% Twitter. Inevitabili le ricadute in termini di incremento di fenomeni come cyberbullismo e stalking. Il primo investe il 7% dei ragazzi di età compresa tra 11 e 13 anni e il 5,2% degli adolescenti di età compresa tra 14 e 17 anni, mentre lo stalking colpisce più di 600 minori in Italia. Occorre agire sul fronte educativo e preventivo mettendo in guardia le famiglie dei rischi che i loro figli minori corrono anche sul piano dei disturbi neuropsichiatrici.

La digitalizzazione dei servizi psicologici

La trasformazione digitale dei servizi psicologici è iniziata durante la pandemia, periodo durante il quale le videochiamate hanno sostituito le classiche sessioni di psicoterapia che si tenevano in presenza. Inoltre, sono nate vere e proprie piattaforme che erogano servizi di psicologia on-line e mettono in contatto pazienti e professionisti tramite applicazioni mobili e siti web. L’iniziativa “Distanti ma non soli” dell’associazione Vidas permette di accedere a un servizio di supporto psicologico telefonico gratuito, destinato sia agli operatori sanitari che a quanti hanno perso una persona cara a causa del Covid-19. L’associazione DireGiovani ha messo a disposizione di scuole e famiglie uno sportello psicologico gratuito on-line, grazie a una task force di 30 psicoterapeuti, disponibili tutti i giorni anche via WhatsApp. Sui siti web si trovano tutte le informazioni disponibili.

Un Manifesto on-line per il supporto psicologico

La rapidità del processo di digitalizzazione dei servizi di psicoterapia può comportare anche alcune controversie. Nonostante l’impegno nella cura della qualità e della trasparenza del servizio di assistenza eseguito da remoto, crescono le probabilità di incontrare operatori poco attenti. Proprio per questo alcune aziende del settore hanno sentito l’esigenza di dare vita al primo documento che mira a mettere ordine in questo settore. La necessità sentita dagli agenti del settore di avere delle linee guida che definiscano in maniera univoca principi ed obiettivi ha portato alla elaborazione del Manifesto on-line per il Supporto Psicologico. Si tratta di un documento elaborato da un team di professionisti, sottoscritto dalle principali piattaforme che operano nel settore –Serenis.

it, TherapyChat, Mindwork, e Minders Community – e presentato con il comitato etico del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi.

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